La Flotilla chiede «un corridoio permanente per gli aiuti a Gaza». Da “Food for Gaza” agli studenti, le mosse dell’Italia
La Sumud Flotilla va avanti nonostante qualche defezione e almeno per il momento la meta non cambia, si punta alla Striscia. Nelle ultime ore il ministro della Difesa Guido Crosetto ha incontrato gli attivisti e ha chiarito che se decideranno di forzare il blocco di Israele i rischi saranno elevati e difficilmente gestibili. Nonostante tutto le interlocuzioni tra gli attivisti e il governo si fanno sempre più fitte e proseguiranno anche nelle prossime ore. La portavoce della delegazione italiana di Global Movement to Gaza, Maria Elena Delia, appena rientrata in Italia ha sentito al telefono il ministro degli Esteri Antonio Tajani ribadendo: «Andiamo avanti, ma c’è disponibilità a lavorare a una soluzione per un corridoio permanente di aiuti a Gaza».
I corridoi umanitari
In generale i corridoi umanitari sono un programma di trasferimento e integrazione legale per persone vulnerabili, come vittime di persecuzioni o guerre, che consente loro di arrivare in Europa in sicurezza, evitando così viaggi pericolosi e lo sfruttamento dei trafficanti. Il programma, nato grazie alla collaborazione tra associazioni (come la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche (FCEI), la Tavola Valdese e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI)), prevede l’ottenimento di un visto umanitario e un percorso di accoglienza e integrazione in Italia. In questo caso, dunque, la formula verrebbe adottata per aiuti alimentari e medicinali, destinati alla popolazione civile di Gaza.
L’iniziativa italiana “Food for Gaza”
Dall’inizio del conflitto a Gaza, l’Italia ha avviato varie forme di sostegno a favore della popolazione civile palestinese. Assistenza umanitaria con aiuti alimentari e sanitari; trasferimento in Italia di pazienti in condizioni sanitarie critiche, soprattutto minori. L’11 marzo del 2024 l’Italia ha lanciato l’iniziativa “Food for Gaza”, che ha il sostegno di Israele e dell’Autorità nazionale palestinese. Nell’ambito di questa iniziativa l’Italia ha destinato alla Striscia di Gaza circa 2.300 tonnellate di aiuti alimentari, sanitari e beni di prima necessità. Gli aiuti sono transitati attraverso il Programma Alimentare Mondiale e la Croce Rossa Internazionale, istituzioni che godono della fiducia di entrambe le parti.
I corridoi universitari
I corridoi possono riguardare anche gli studenti universitari. Il rilascio delle borse di studio si incrocia con l’idea di alcune autorità nazionali di non favorire lo spopolamento della Palestina, e in particolare di Gaza, delle migliori figure giovanili della popolazione palestinese. Da settimane la Farnesina e le ambasciate nella regione sono al lavoro per ottenere i permessi necessari. La questione è seguita in maniera operativa dall’ambasciata a Tel Aviv, dal consolato Generale a Gerusalemme e dall’ambasciata in Giordania. L’autorizzazione dei governi israeliano e giordano è requisito fondamentale per l’uscita dalla Striscia e il successivo transito in Giordania per venire a studiare in Italia. Al momento sono 152 gli studenti che hanno ricevuto borse di studio dal sistema delle università italiane.
Fonte: Il Sole 24 Ore