La Fragola della Basilicata diventa Igp
Rosso brillante, compatta al tatto, croccante, quel giusto equilibrio tra zuccheri e acidità che la rende particolarmente gradevole e persistente al palato: pochi “falsi frutti” (così sono definite le fragole) possono vantare la stessa riconoscibilità della Fragola della Basilicata Igp.
Peculiarità che le è valso il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta, grazie al lavoro del comitato promotore costituito dalle Organizzazioni di produttori lucane, tra cui Aop Arcadia, Op Terre della Luce, Op Agorà, Op Athena, Op Primosole, Op Ancona e Apofruit.
Un passaggio necessario per l’oro rosso della costa ionica, propedeutico al consolidamento della competitività sul mercato nazionale e internazionale, oltre che al rafforzamento del cosiddetto turismo esperienziale legato all’agricoltura.
La “regina delle primizie” – che vale il 22% del Pil agricolo regionale e vanta un valore commerciale di circa 100 milioni di euro, per circa 12mila addetti, su più di mille ettari di superficie – è un esempio vivido di quanto possa fare la ricerca applicata all’ortofrutta.
Già negli anni Cinquanta si era scoperto quanto i terreni sabbiosi e ben drenati del Metaponto (tra i comuni di Policoro, Scanzano Jonico, Bernalda e Nova Siri) costituissero un’area ideale per la coltivazione delle fragole, tanto da meritare all’area – erano ormai gli anni Settanta – l’appellativo di California del Sud, ma l’invasione delle concorrenti spagnole negli anni Ottanta ha gettato il comparto nella crisi.
Fonte: Il Sole 24 Ore