La Francia apre un’inchiesta su X per ingerenza straniera

La Francia apre un’inchiesta su X per ingerenza straniera

La sezione per la lotta al cybercrimine della procura di Parigi ha aperto un’inchiesta su X, il popolare social network (ex-Twitter) di proprietà di Elon Musk, sospettato di aver modificato l’algoritmo della piattaforma a fini di ingerenza straniera: è quanto annunciato dalla procura di Parigi. Dopo due segnalazioni ricevute a gennaio, in cui si denunciava un «presunto utilizzo dell’algoritmo di X (ex-Twitter) a fini di ingerenza straniera», la gendarmeria nazionale è stata incaricata di indagare su X, in quanto persona morale e sulle ’’persone fisiche’’ che lo dirigono, senza citare direttamente il nome di Elon Musk.

La prima segnalazione è giunta il 12 gennaio dal deputato macroniano, Eric Bothorel. In particolare, il parlamentare specializzato in cybersicurezza ha tenuto ad allertare la procura di Parigi su «recenti modifiche dell’algoritmo X», nonché «apparenti ingerenze nella gestione» del social network, dall’acquisizione di Elon Musk, nel 2022.

Da quando l’ex Twitter è diventato X, Bothorel ha osservato una «riduzione della diversità delle voci e delle opzioni». Una piattaforma, quella passata dall’uccellino azzurro al logo nero del magnate sudafricano, che si è allontanata dall’obiettivo di «garantire un ambiente sicuro e rispettoso di tutti», nonché un’«assenza di chiarezza sui criteri che hanno portato cambiamenti negli algoritmi», oltre che «gli interventi personali di Musk nella “gestione della piattaforma’’. Un vero pericolo e una minaccia per le nostre democrazie», aggiunge il parlamentare.

Secondo informazioni pubblicate a gennaio dal Canard enchaîné, la seconda segnalazione è di un direttore responsabile della cybersicurezza nella funzione pubblica francese. Quest’ultimo ha segnalato a sua volta «una modifica importante nell’algoritmo usato da X che oggi propone enormi contenuti politici di incitamento all’odio, razzisti, anti, anti-LGBT+, omofobi e che puntano dunque a orientare il dibattito democratico in Francia».

Fonte: Il Sole 24 Ore