La guida Michelin sbarca in Arabia Saudita: ecco gli chef italiani «stellabili»
Centoventicinque anni di storia, e ancora la Guida Michelin riesce a stupire. Nel 2026, per la prima volta approderà ufficialmente in Arabia Saudita, inaugurando una selezione tutta nuova che promette di cambiare il volto della gastronomia mediorientale.
Il debutto non poteva avere tempismo migliore, con il mondo che guarda sempre più da vicino l’Arabia Saudita, e ora la Michelin le tende la mano: è il riconoscimento formale di un fermento culinario che da tempo si muove sotto traccia, ma che oggi è sempre più evidente.
I celebri ispettori anonimi sono già da mesi impegnati tra Riyadh e Jeddah, alla ricerca di quei ristoranti che non si limitano a servire piatti, ma raccontano storie. Ma l’indagine non si ferma qui: Khobar, AlUla, e le regioni costiere lungo la celebre nuova destinazione turistica, Red Sea, sono già nel radar di una selezione destinata a crescere negli anni.
Ristoranti locali, chef internazionali (e tanti italiani)
Secondo i dati ufficiali del Ministero del Turismo saudita, il Paese conta oggi oltre 22mila ristoranti, una cifra che è più che raddoppiata negli ultimi cinque anni. Ma non si tratta solo di quantità. A distinguersi è l’incredibile salto di qualità. Sono circa 1.500 gli esercizi considerati di fascia medio-alta, di cui un numero crescente con ambizioni internazionali: cucine guidate da chef formati tra Parigi, Tokyo e New York, che oggi reinterpretano le radici saudite in chiave contemporanea, mescolando creatività e identità con sorprendente maturità.
Tra gli italiani da segnalare lo chef Alex Simone che ha aperto il Baretto all’interno del complesso Kfda, ovvero il King Abdullah Financial District, l’ ambizioso distretto finanziario e urbano situato nel quartiere al Aqeeq di Riyadh. Ma che firma anche la carta del bistrot di Dolce e Gabbana.
Porta alta la bandiera italiana in Arabia Saudita anche Cipriani, con lo chef Stefano Mason nel vivace quartiere di Hittin o ancora il maitre Marco Liberati che gestisce il ristorante Nikkei Kuuru Riyadh sempre al Kfda; o Luigi Battista, direttore generale di Leylaty Group che gestisce Kuuru Riyadh e la sede di Jeddah. Il gruppo saudita ha annunciato anche di voler aprire presto una sede in Europa, probabilmente a Milano.
Fonte: Il Sole 24 Ore