La Juventus fra Exor e nuovi soci: ora Tether vuole un posto in cda
Era il giorno di San Valentino quando Tether annunciava con orgoglio il suo ingresso tra gli azionisti di Juventus, il club più titolato d’Italia. A distanza di quattro mesi, la luna di miele però non è mai sbocciata. La società di stablecoin con sede a El Salvador ha accumulato una partecipazione del 10,7%, diventando il secondo maggiore azionista dietro Exor, la holding della famiglia Agnelli. Ma il dialogo tra le parti è a dir poco freddo.
Secondo l’ad di Tether Paolo Ardoino, i contatti con il club e con Exor sono stati «molto, molto limitati». E le richieste di Tether — un posto in cda e la possibilità di rafforzare la propria posizione in un eventuale aumento di capitale — per ora restano senza risposta. La società di calcio, con la Juventus impegnata nel Mondiale per Club, ha rimandato ogni incontro a fine stagione. Exor, da parte sua, osserva ma non commenta.
Il tempismo
Sul piano industriale, il tempismo dell’ingresso non è casuale. La Juventus ha annunciato a marzo la possibilità di raccogliere fino a 100 milioni di euro, in parte per finanziare la campagna acquisti estiva. Il club dovrebbe chiudere l’esercizio con una perdita di circa 18 milioni e ha bisogno di nuova linfa per tornare competitivo, in campo e fuori, dopo anni di difficoltà sportive e regolamentari. Exor ha già garantito un apporto iniziale da 15 milioni.
Il piano (e le ambizioni)
Tether, dal canto suo, ha mezzi e ambizioni. Nel 2024 ha dichiarato 13 miliardi di dollari di utili, gestisce 150 miliardi di asset, di cui 115 in Treasury Usa, e ha già allargato il perimetro d’azione ben oltre le criptovalute: agritech, social media, neurotecnologie. In Italia ha acquisito a marzo il 30% della media company Be Water. Juventus, dice Ardoino, potrebbe beneficiare di competenze su AI, data analysis e strategie di fan engagement. Ma serve prima una convergenza strategica. «Siamo qui per aiutare, tutto qui. Ma vogliamo capire se c’è spazio per una collaborazione vera», afferma il manager, che nel frattempo ha acquistato da solo i biglietti per seguire la squadra allo stadio.
Nel frattempo, resta sullo sfondo la reputazione del gruppo Tether. Un report Onu ha evidenziato l’uso della stablecoin Usdt per eludere sanzioni e finanziare attività illecite; gli Usa l’hanno sanzionata nel 2021 sul tema delle riserve. Tether però respinge le accuse e rivendica la collaborazione con le autorità.
Fonte: Il Sole 24 Ore