
La Lucerna di cui s’innamorò Wagner
C’è qualcosa di misterioso e seducente in Lucerna, oggi più che mai meta di turisti internazionali, soprattutto orientali. La sua pace, la sua bellezza potente e poco esibita, aveva già attratto artisti illustri come Richard Wagner che, dopo avervi soggiornato, scriveva «Silenzio e pace intorno a me, ovunque vada sono circondato da un vero e proprio paese delle meraviglie: non conosco un luogo più bello».
Impetuoso e perennemente in fuga, il compositore tedesco amava il Paese dei laghi e delle montagne; l’aveva scoperto nel 1849 quando si era trasferito a Zurigo presso l’amico Franz Liszt, in fuga per aver partecipato ai moti liberali; abbandonerà la città velocemente dopo essersi innamorato di Mathilde Wesendonck, moglie del suo maggior mecenate. Uno scandalo che lo costrinse a peregrinare per alcuni anni prima di stabilirsi a Monaco, dove risiedeva il direttore d’orchestra Hans von Bülow con la sua giovane moglie Cosima Liszt, figlia di Franz. E’ il 1863, Wagner ha già cinquant’anni e, nonostante l’amicizia con von Bulow, non resiste al fascino di Cosima. Sarà una relazione d’amore intensa e profonda da cui nasceranno Isolde nel 1865, Eva nel 1867 e nel 1869 Siegfried; per proteggere i suoi affetti, la sua musica Wagner con Cosima e i figli si nascose a Lucerna.
Il rifugio di Wagner
Nella Villa di Tribschen l’artista soggiornò con Cosima Liszt-von Bulow dal 1866 al 1872; è una residenza bianca costruita a due piani, il tetto in tegole rosse ed è situata sulla sommità di una collina che guarda il Monte Pilatus poco distante dalle rive del lago. Dal 1933 Villa di Tribschen è diventata Richard Wagner Museum, tappa obbligatoria per chi visita la città, non solo per gli amanti della musica. Nel parco una targa ricorda il grande concerto che Arturo Toscanini diresse nel 1938 per omaggiare l’autore. Nella palazzina Wagner terminò la sua opera “Die Meistersinger von Nürnberg”, continuò a comporre “Ring der Nibelungen”; completò “Siegfried” e proseguì con la composizione de “Götterdämmerung”; inoltre scrisse il “Wahlspruch für die Feuerwehr” per i vigili del fuoco e, in occasione della fondazione dell’impero tedesco nel 187, la “Kaisermarsch”, marcia imperiale. Il percorso museale ricostruisce la vita del compositore, poeta, regista teatrale, direttore d’orchestra e saggista tedesco.
Viaggiando nella sua storia
Nella “Meistersinger Stube“, la stanza dei cantori Wagner allestì la sua biblioteca/studio dove lavorò a diverse opere; esposte diverse partiture, affiancate dagli scritti degli anni di Tribschen; tra i quali anche la sua autobiografia intitolata “Mein Leben” la mia vita, che lui dettò a Cosima. La visita alla casa museo è accompagnata da un’audio guida documentata e rigorosa che racconta l’esistenza di Wagner, le sue scelte politiche, musicali e teatrali, il suo rapporto con Ludwig II, giovane sovrano salito appena diciottenne al trono di Baviera; ripercorrendo l’esistenza del musicista l’analisi dell’antisemitismo wagneriano è analizzato con chiarezza. Attraverso l’audio guida si possono ascoltare diversi brani wagneriani che collocano la composizione in quel preciso momento di vita e storico. Al centro di una stanza vi è un ritratto Ludwig II, l’ospite più illustre che alloggiò a Tribschen, Wagner non poteva non essergli riconoscente: il sovrano oltre a pagare l’affitto della villa, servitù compresa, si era fatto carico delle modifiche esterne e interne che il compositore aveva voluto, fra cui arredi e stoffe pregiate. Al centro del salone il suo pianoforte Erard, di cui si può ascoltare, in cuffia, il suono purissimo; sullo strumento il compositore aveva fatto incidere i nomi di Siegfred e Tristan. Wagner ne era entusiasta: «La gioia di suonare questo strumento, solo l’esecutore la può provare.» Wagner portò l’Erard a Venezia, Parigi, Biebrich, Vienna, nel 1864 fu costretto a venderlo per pagare i debiti ma lo riacquistò dieci anni dopo. adesso è lì dove il Maestro desiderava.
Richard-Wagner-Weg 27, 6005 Luzern (CH)
Fonte: Il Sole 24 Ore