La lunga marcia della Cina alla conquista dello spazio

La lunga marcia della Cina alla conquista dello spazio

Nel 2026 Il prossimo pezzo del piano previsto per l’esplorazione lunare, la missione Chang’e-7, in collaborazione con l’Egitto e altri, dovrà cercare il ghiaccio di acqua la Polo sud del nostro satellite. Con questa entriamo a gamba tesa nella zona di frizione con gli Usa, che prevedono la stessa zona per il loro allunaggio, e anche vediamo il primo importantissimo passo di una politica di collaborazione con gli stati africani che, sono associati nella Agenzia spaziale di quell’immenso continente, che ha fulcro e sede appunto al Cairo, nella futura Space City. La Cina ha collaborazioni con 23 Paesi africani, cui ha fornito stazioni di tracciamento e tecnologia avanzata con lo scopo evidente dal punto di vista geopolitico: avere nuove basi nel continente africano.

Su Marte nel 2038

Il sistema solare è anche ben presente nel piano spaziale aggiornato della Cina: Luna nel 2030, come detto, ma anche Marte, nel 2038 dove è prevista una stazione robotica permanente con cui si proverà l’estrazione direttamente dal pianeta rosso di acqua, ossigeno e carburante. Prevista, fra l’altro, anche una missione di ‘sample return’ coi campioni di terreno da Marte entro il 2028, che Trump invece ha fatto abbandonare a Nasa. Una differenza rispetto al passato: verranno analizzati nella stazione spaziale, anche assieme a partner stranieri.

Ci vorranno molti soldi e la leadership politica dovrà rimanere salda, condizioni fondamentali, ma ancor più sembra essere necessaria una visione strategica complessiva e la capacità di osare, in modo ragionevole ma deciso, verso l’innovazione. Quel che è mancato finora all’Europa lo troviamo qui.

Lo dimostra il lancio, il 14 maggio scorso, dei primi 12 satelliti per un progetto di avanguardia per il primo sistema di calcolo in orbita guidato dalle startup private Ada Space e Zhejiang Lab.

Formano una piccola, per il momento, costellazione che elaborerà i dati direttamente nello spazio, anziché a terra, riducendo la dipendenza dalle infrastrutture di calcolo terrestri. La costellazione sarà in grado di elaborare 5 peta operazioni al secondo con 30 terabyte di storage a bordo. I satelliti sono dotati di funzionalità di intelligenza artificiale avanzate, collegamenti laser fra di loro fino a cento Gigabit al secondo e trasportano anche vari strumenti di telerilevamento, polarimetri, analisi di raggi X e Gamma.

Fonte: Il Sole 24 Ore