
La nautica rallenta la corsa, bene i superyacht ma i piccoli soffrono
Nonostante la bufera geopolitica che sta squassando il mondo e i dazi imposti da Trump, la nautica italiana ha chiuso il 2024 col fatturato in crescita, che tocca il record storico di 8,6 miliardi di euro (contro gli 8,33 dell’anno precedente). Certo, però, il settore ha cominciato a risentire della situazione internazionale; si è interrotta, infatti, la crescita a doppia cifra che ha caratterizzato l’andamento del comparto negli ultimi anni. I ricavi complessivi sono aumentati del 3,2% nel 2024 (contro il +13,6% segnato nel 2023), con la nautica dei grandi yacht che ha trainato quella delle piccole barche. Il sentiment delle aziende per il 2025, poi, è tutt’altro che allegro. A illustrare i numeri al Sole 24 Ore è Piero Formenti, presidente di Confindustria nautica, alla vigilia dell’apertura del 65° Salone internazionale di Genova.
Presidente, qual è la situazione?
I dati di consuntivo 2024 raccolti ed elaborati dal nostro Ufficio studi, sono ancora positivi, con il fatturato del comparto industriale dell’Italia – cantieristica e produzione di accessori e motori marini – che cresce del 3,2%, toccando il massimo storico di 8,6 miliardi. Questo dato risulta in controtendenza all’interno di un quadro globale segnato, per il 2024, da una stabilizzazione del mercato. Se analizzato nel dettaglio, svela, però, un’evidente differenziazione delle dinamiche del nostro mix produttivo: da una parte l’alto di gamma e il segmento dei superyacht, che trainano la crescita e si confermano leader globali, dall’altra la piccola nautica, che registra invece un calo di fatturato intorno al -10%. Le difficoltà di questo segmento derivano da un insieme di fattori, fra cui l’interferenza in alcuni mercati di elevati stock di unità da diporto, le crescenti tensioni geopolitiche, il calo della consumer confidence, unitamente a un regime normativo nazionale ancora troppo burocratizzato.
E per il 2025 cosa si attende?
Sulla base del sentiment dei principali operatori italiani, i fattori di sofferenza della piccola nautica, uniti agli effetti dell’incertezza commerciale dei dazi americani, potrebbero determinare un rallentamento del comparto, a livello mondiale, anche nel 2025. Per conoscere i primi dati ufficiali di preconsuntivo dovremo però attendere i primi mesi del prossimo anno. La crescita sostenuta che ha caratterizzato l’industria nautica italiana negli ultimi anni, post pandemia, con un fatturato raddoppiato in un quadriennio, si può ritenere archiviata, con un 2025 che a livello globale ha segnato il passo. L’aspetto rassicurante è che gli imprenditori attendono una ripresa già nel biennio 2026-2027: i prodromi di questa inversione di tendenza potrebbero già essere visibili in chiusura del nostro 65° Salone nautico, dove i nuovi modelli e una forte attenzione alle nuove richieste e tendenze del mercato potrebbero innescare una rinnovata fiducia nel comparto, da parte degli armatori.
Fonte: Il Sole 24 Ore