
La Net Zero Banking Alliance chiude i battenti
La Net Zero Banking Alliance chiude definitivamente i battenti. Dopo aver sospeso l’attività a fine agosto, oggi è stato reso noto l’esito della votazione tra le banche aderenti all’iniziativa e la decisione finale è stata di chiudere immediatamente l’operatività.
Fondata nel 2021 con l’impegno di portare le emissioni finanziate dalle banche verso l’obiettivo Net Zero entro il 2050, l’alleanza aveva conosciuto una crescita rapida, passando in tre anni da 43 istituti fondatori a oltre 140 membri con asset complessivi per 74 trilioni di dollari. Negli ultimi mesi, tuttavia, la coalizione ha perso progressivamente peso a causa di una serie di ritiri da parte di grandi gruppi bancari, soprattutto nordamericani.
Effetto Trump
Negli Stati Uniti la vittoria alle elezioni presidenziali di Donald Trump, avversario di ogni politica che tenga conto dei cambiamenti climatici, aveva indotto molte grandi banche Usa ad allinearsi al nuovo contesto prima ancora che Trump si insediasse. Già nel dicembre 2024 Goldman Sachs aveva lasciato la NZBA, seguita nel giro di poche settimane da J.P. Morgan, Citigroup, Morgan Stanley, Bank of America e Wells Fargo, oltre che dai principali istituti canadesi.
Le defezioni non si sono fermate: nel 2025 si sono aggiunti colossi come HSBC, UBS e Barclays.
Nel tentativo di limitare gli abbandoni dalla NZBA, a marzo 2025 i membri rimasti nell’alleanza avevano eliminato l’obbligo di favorire il contenimento del riscaldamento globale a 1,5 gradi (innalzandolo a 2 gradi) e introdotto in generale regole più lasche anche sulla tempistica. Ma l’ammorbidimento delle regole non è stato sufficiente a bloccare le defezioni da parte di altre banche, portando alla decisione finale di chiudere l’Alleanza.
Fonte: Il Sole 24 Ore