
La Regione siciliana destina 300 milioni a StMicroelectronics
Un contributo da 300 milioni di euro destinato alla StMicroelectronics grazie a un contratto di sviluppo che punta a sostenere il rilancio dello stabilimento catanese della multinazionale e in particolare per la realizzazione dell’investimento nello stabilimento di Catania. Il via libera al finanziamento è stato dato dalla giunta regionale siciliana guidata da Renato Schifani: la delibera prevede l’utilizzo di metà della dote di risorse Ue (630 milioni) destinate a Step (la Piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa). Domani (mercoledì 7 maggio) è prevista al Mimit la firma dell’accordo alla presenza del Ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso. Per la Regione Siciliana saranno presenti, su delega del presidente, l’assessore dell’Economia Alessandro Dagnino e l’assessore delle Attività produttive Edy Tamajo.
«Abbiamo fortemente voluto essere parte dell’accordo tra l’impresa e il ministero – dice Schifani – perché intendiamo svolgere un ruolo attivo in questo importante progetto che prevede l’impiego di 4,25 miliardi di euro nel territorio siciliano e la nascita di circa 3 mila posti di lavoro di cui 1.240 identificati come qualificati e competenti. Si tratta, inoltre, di un impegno strategico, come pure riconosciuto dall’Unione europea, per l’importanza che i microchip hanno nell’economia mondiale».
L’impatto occupazionale
La delibera approvata dal governo regionale attiva i processi per il trasferimento delle risorse regionali alla società. L’investimento pubblico globale, tra risorse ministeriali e regionali, sarà pari a 2 miliardi e 63 milioni di euro. Per quanto riguarda la sola Regione siciliana, i tecnici stimano un valore aggiunto di circa 895 milioni di euro e un impatto occupazionale di circa 8.623 unità lavorative annue.
La pressione dei sindacati
Una delibera, quella della Regione siciliana, che arriva nel giorno in cui i sindacati sono tornati all’attacco. Lo ha fatto la Uilm che in una nota ha chiesto la “riconvocazione urgente” del tavolo ministeriale al Mimit per discutere del futuro di StMicroelectronics in Italia. Il proprio coordinatore nazionale per StM della Uilm, Giuseppe Caramanna, sostiene che «la situazione è preoccupante» e occorrono «risposte concrete e definitive». Una richiesta avanzata «dopo il crollo dell’utile netto di oltre l’89% nel primo trimestre 2025, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, e dopo la recente presentazione del piano industriale che prevede fino a 800 esuberi già stimati ad Agrate, mentre per Catania non è stato ancora comunicato alcun dato ufficiale». Per la Uilm, «è inaccettabile che un’azienda che riceve fondi pubblici e risorse del Pnrr, oggi annunci tagli occupazionali – sottolinea Caramanna -. Il Governo deve pretendere chiarezza e responsabilità». Sempre a detta del coordinatore della Uilm serve una «risposta immediata», in quanto «non si può parlare di sviluppo tecnologico nel nostro Paese se si licenziano tecnici e operai qualificati. I lavoratori non staranno a guardare, chiediamo la riapertura del tavolo ministeriale al Mimit, dopo un mese dall’ultimo incontro, senza ulteriori rinvii».
La Fiom Cgil di Catania ha accolto con favore l’intervento economico deciso dalla Regione Siciliana in favore della STMicroelectronics di Catania: «Apprezziamo che la Regione abbia scelto di sostenere un comparto ad alta tecnologia che può contribuire allo sviluppo produttivo locale – dice Rosy Scollo, segretaria generale della Fiom Cgil di Catania –. Trattandosi di fondi pubblici, riteniamo tuttavia imprescindibile che siano previsti vincoli occupazionali rispetto alla situazione attuale e che venga attuato un piano di crescita degli organici. Per essere efficace e giustificato, deve tradursi in garanzie occupazionali concrete e in una visione di lungo termine. In tal senso, sollecitiamo che venga mantenuto un livello qualitativamente alto, quel mix produttivo che nei decenni ha reso grande lo stabilimento catanese. E ovviamente serve la definizione, da parte dell’azienda, di un piano industriale trasparente e dettagliato».
Fonte: Il Sole 24 Ore