La Romed di De Benedetti torna in utile grazie alla scommessa cripto
Romed, la holding di Carlo De Benedetti, torna in utile. Il consiglio di amministrazione della finanziaria, presieduta da Riccardo Zingales e guidata dalla ceo Luisa Graziani, ha approvato ieri i conti relativi al 2024, che hanno segnato una netta inversione di tendenza rispetto al passato più recente. Se il 2022 si era chiuso con un rosso di 44 milioni di euro e il 2023 con una perdita di poco inferiore ai 20 milioni, lo scorso esercizio è stato archiviato con un profitto di 1,1 milioni.
I fattori
Un numero che verrà ratificato dall’assemblea dei soci convocata per il prossimo 14 novembre e frutto di una serie combinata di fattori che ruotano però attorno a un pilastro chiave: un cambio di strategia a livello di investimento. Un’inversione di rotta, si diceva, certificata dai numeri considerato che gli 1,1 milioni di profitti sono arrivati dopo accantonamenti e svalutazioni per 9,1 milioni ed imposte, per la maggior parte figurative, per 5,1 milioni. Il che, tradotto, significa un risultato operativo prossimo ai 15 milioni di euro a fronte di debiti con le banche per circa 100 milioni e un patrimonio salito a 51,6 milioni da 50,4 milioni.
Il cambio di passo
Ma cosa ha generato questo cambio di passo? Fondamentalmente le scelte di investimento compiute nel corso del 2024, che si sono concentrate attorno a due asset di peso: il mondo delle criptovalute e quello dei metalli. Un trend positivo, a quanto si apprende, che ha trovato conferma anche nel corso del 2025, sebbene per mezzo di scelte strategiche differenti ed effettuate all’inizio del nuovo esercizio. A questo si andrà a sommare un altro aspetto cruciale, ossia il fatto che è venuto a maturazione uno degli investimenti effettuati tramite i fondi di private equity. In ragione di questo, per quest’anno si prospetta un risultato gestionale allineato al precedente. Figlio, peraltro, di un rinnovato approccio anche sul piano organizzativo, considerato che è stato ampliato e rafforzato lo staff interno che opera sui mercati finanziari e che il monitoraggio delle scelte è diventato un qualcosa che viene costantemente analizzato e valutato per cogliere al meglio le opportunità che si presentano. In questo scenario la società ha anche modificato la propria governance, si è dotata di una società di revisione per il controllo legale dei conti (che ha messo il sigillo al bilancio 2024) e ha trasferito la propria sede a Milano.
Il portafoglio
Non solo, è stata apportata qualche modifica anche al portafoglio partecipazioni. In particolare è stata ceduto il 4,3% di Arum, la società che detiene poco più del 20% del gruppo agricolo quotato Bf, la ex Bonifiche Ferraresi. Quanto invece alle attività editoriali, nel controllo di Editoriale Domani (che pubblica l’omonimo quotidiano) a Romed, che ha dato il proprio sostegno all’iniziativa fin dalla nascita, a settembre 2025 si è sostituita Fondazione Editoriale Domani. La decisione è stata assunta allo scopo di proseguire il progetto editoriale in totale indipendenza.
Romed dal canto suo ha poi mantenuto in portafoglio il 6,1% di Betaglue Technologies, il 6,4%, il 10,9% e il 16,1% dei veicoli di medtech Twh Eye, Twh Hypertension e Twh Hypertension 3, ma nei mesi scorsi è stata venduta SoniVie, uno degli asset riconducibili alla galassia Twh.
Fonte: Il Sole 24 Ore