
La scalata di Trump alla Fed avanza con il fedelissimo Miran
La scalata di Donald Trump alla Federal Reserve prosegue, con l’obiettivo di arruolarla nel sostegno all’agenda di America First della sua presidenza. Un obiettivo che oggi evoca nuove e più aggressive manovre di stimolo e riduzione dei tassi di interesse davanti alla debolezza del mercato del lavoro, nonostante un’inflazione testarda che in agosto ha marciato al passo più veloce dell’anno.
Stephen Miran, il suo consigliere economico e candidato ora a entrare tra i sette esponenti del board della Banca centrale, appare destinato ad una conferma definitiva da parte del Senato, al più tardi lunedì. Una prima approvazione della sua nomina è già arrivata dalla Commissione bancaria.
Il dibattito in Commissione ha evidenziato la controversia suscitata dal suo incarico: i senatori si sono spaccati in campi di partito contrapposti, con 13 a favore, tutti i repubblicani, e 11 contro, tutti i democratici. Con l’opposizione che ha dipinto Miran come simbolo di una rischiosa perdita di autonomia e credibilità della Fed, l’arma principale per rassicurare operatori economici e finanziari.
Miran si appresta a spezzare un tabù: diventerà il primo governatore del board a mantenere allo stesso tempo una posizione alla Casa Bianca. Ha infatti comunicato apertamente che anziché dimettersi da consigliere di Trump sceglierà un congedo senza retribuzione, facendo gridare al conflitto di interessi.
Miran al momento ha in programma di completare un mandato in scadenza a fine gennaio, lasciato scoperto dalle dimissioni anticipate di un esponente del board. E, ha indicato, se verrà in seguito rinominato e confermato per un intero incarico di 14 anni a quel punto accetterà di dimettersi del tutto dal ruolo a fianco del presidente. Il simbolismo della manovra e della doppia lealtà di Miran, almeno ad interim, però non sfugge. Trump ha lasciato la porta aperta a una sua nomina come anche di altri candidati per il futuro mandato completo in seno alla Fed, riprendendo il proprio consigliere alla Casa Bianca, ma pochi dubitano della sua determinazione a insediare comunque uno stretto alleato in quella posizione.
Fonte: Il Sole 24 Ore