La sede ESCP di Torino apre l’anno accademico con il 70% di studenti dall’estero

La sede ESCP di Torino apre l’anno accademico con il 70% di studenti dall’estero

In pista ci sono 1.200 studenti da 83 Paesi. Ribadendo la forte vocazione internazionale, la sede di Torino della ESCP Business School inaugura l’anno accademico 2025-2026 nella nuova sede, aperta da qualche mese. La Business School nata in Francia a inizio Ottocento, presente a Torino dal 2004, si è guadagnata sul campo la maglia di “scuola europea e globale per l’educazione manageriale” grazie ad un modello di studio capace di attrarre studenti da tutta Europa e proiettarli in esperienza di stage all’estero, sin dal primo anno di studi.

Gli studenti italiani iscritti sono solo il 30% del totale, con una gamma di corsi proposti che vanno dal Bachelor alle lauree magistrali fino ai master. Tra le proposte, i corsi universitari dedicati al settore agroalimentare e al mondo del fashion: in pista ci sono Bachelor e Master in Management, MSc in International Food & Beverage Management, MSc in Luxury Management, MBA e Executive MBA.

«Il dialogo tra studenti e imprese è la chiave per immaginare il futuro del lavoro» ha evidenziato Francesco Profumo, Presidente di ESCP Business School di Torino. «Come scuola – aggiunge – il nostro compito non è solo trasmettere conoscenze, ma accompagnare i nostri studenti nello sviluppo di competenze umane, creative e valoriali. In un mondo attraversato da trasformazioni profonde, formiamo leader capaci di unire visione e responsabilità».

Alla cerimonia di apertura, durante la quale una delle tavole rotonde è stata coordinata da due studenti, hanno partecipato manager e imprenditori, da Cécile Andre Leruste (Director di Priscus Italia srl) a Licia Mattioli, ceo di Mattioli, Matteo Romano, direttore di Micro & Small Business – TeamSystem e già allievo del Master in Management di ESCP. Principio ispiratore del percorso è sempre quello della condivisione di esperienze e prospettive complementari su come le nuove generazioni e le aziende possano collaborare per dare forma a un ambiente professionale più innovativo, sostenibile e inclusivo.

Fonte: Il Sole 24 Ore