La sfida dell’Ai europea passa dalle startup: i casi di Italia, Francia e Lituania

La sfida dell’Ai europea passa dalle startup: i casi di Italia, Francia e Lituania

La nuova rivoluzione digitale, che passa per quell’insieme di tecnologie racchiuse nella definizione di intelligenza artificiale generativa, è nata, come la precedente, soprattutto dalla Silicon Valley americana. Da nomi come OpenAI e Google. La Cina ha recuperato con DeepSeek, ma ci ha messo un po’, e comunque non è ancora al passo. L’Europa? Come per le tecnologie di ricerca online e i social media, è rimasta fuori dai giochi. Con tecnologie utilizzate dai suoi cittadini, ma con rarissimi protagonisti tecnologici. La situazione può cambiare?

Il discorso è complesso. La Commissione europea, consapevole di ritardo del nostro Continente, a febbraio ha annunciato un piano che mobiliterà 200 miliardi di euro di investimenti nell’Ai, compreso un nuovo fondo europeo di 20 miliardi per le gigafactory. Ma intanto, c’è fermento imprenditoriale anche da noi? Cosa fanno le nostre startup?

Le startup italiane: quale modello per l’AI europea?

Translated, azienda italiana specializzata in traduzione automatica potenziata da IA, fondata da Marco Trombetti e Isabelle AndrieuL’italiana Translated ha sede a Roma da sempre, è nata nel 1999. Ma fa l’85% del suo fatturato in California. È uno dei grandi nomi mondiali delle traduzioni: l’ultimo fatturato è di 80 milioni con 16 di ebitda. L’azienda è specializzata da sempre in tool di traduzione automatica con AI, ora ha sviluppato “Lara”, un modello capace di spiegare perché ha tradotto in un modo o un altro e migliorarsi, e chiede all’utente se vuole aggiungere contesto o indicare che tono è meglio adottare nella risposta.

L’azienda, fondata da Marco Trombetti e Isabelle Andrieu, è alla guida di DVPS (“Diversibus Viis Plurima Solvo”), un ambizioso progetto finanziato dall’Unione Europea con 29 milioni di euro nell’ambito di Horizon Europe. L’obiettivo è creare una nuova generazione di modelli di intelligenza artificiale capaci di apprendere in modo multimodale, integrando testo, immagini, audio e input sensoriali per comprendere il mondo reale. Il risultato sarebbe un’Ai interattiva e contestuale, utile in settori come traduzione simultanea in ambienti complessi, diagnostica medica, gestione dei disastri e monitoraggio ambientale. Il consorzio coinvolge 20 partner di ricerca e imprese da nove Paesi europei. Il centro operativo è a Roma, presso il Pi Campus, dove 70 ricercatori lavorano allo sviluppo dei primi risultati attesi già entro il primo anno. Inoltre, spiega Trombetti: «Per finanziarci stiamo raccogliendo altri 100 milioni di euro per sviluppare la parte computazionale». In ambito traduzioni «non conviene sviluppare un Llm specializzato su una singola lingua europea», mentre la specializzazione offre opportunità.

Fonte: Il Sole 24 Ore