La strategia di Phillips: Milano sede strategica per l’Europa

Arrivata per l’opening della nuova sede espositiva di Phillips in Via Lanzone, nel cuore di Milano, Cheyenne Westphal, Global Chairwoman della casa d’aste di proprietà del gruppo russo di beni di lusso Mercury Group, ha raccontato ad Arteconomy24 la sua strategia in Italia e gli attuali trend del mercato dell’arte ultra-contemporanea.

Perché avete deciso investire in Italia?
Siamo attivi in Italia dal 2015. Il nostro ufficio è guidato da Carolina Lanfranchi che lavora insieme a Margherita Solaini. Negli ultimi anni l’Italia è diventata un mercato molto attivo in molti dei sei dipartimenti in cui lavoriamo, soprattutto, il design, gli orologi e sempre più anche i gioielli. È un paese in cui abbiamo sia compratori che venditori che per noi è diventato di prima importanza in Europa. Abbiamo un importante ufficio a Parigi, ma l’inaugurazione dello spazio a Milano è per noi di rilevanza strategica.

In che modo lavorerete a Milano? Terrete anche delle aste?
No, non faremo aste a Milano. Abbiamo tre luoghi in cui le svolgiamo: Londra, New York e Hong Kong, ma abbiamo alcuni uffici strategici, per esempio, un anno fa abbiamo aperto a Los Angeles e ora Milano, dove abbiamo intenzione di organizzare un calendario regolare di selling exhibitions, eventi, anteprime delle opere che vendiamo a Londra, collaborazioni e partnership con altre organizzazioni.

Ma l’Italia è più un mercato di venditori o di compratori?
Entrambi. In termini di venditori è il paese più importante per il design, ma è rilevante anche per l’arte del XX secolo e l’arte contemporanea e per gli orologi. Ma abbiamo anche tanti collezionisti che acquistano in tutti i dipartimenti.

Esempi di opere che vengono consegnate dai collezionisti italiani?
Per il design, i grandi nomi del 900. Per l’arte, Fontana, naturalmente, ma non solo. Anche opere di artisti molto contemporanei, che sono state acquistate dalle gallerie locali e sono state poi vendute a livello internazionale a Londra, New York e anche a Hong Kong. Ma abbiamo anche compratori italiani che cercano opere per completare le loro collezioni, anche di artisti giovani.

Fonte: Il Sole 24 Ore