La torinese Sabelt sviluppa il sedile per gli elicotteri di Leonardo

La torinese Sabelt sviluppa il sedile per gli elicotteri di Leonardo

Fa tappa in Piemonte il programma “Crescere Insieme” di Leonardo che, insieme a Sabelt, azienda storica del settore automotive guidata dalla famiglia Marsiaj, ha sviluppato un sedile per la Divisione Elicotteri del Gruppo. «Per noi si tratta di un traguardo tecnologico e dell’inizio di una collaborazione strategica tra due eccellenze» sottolinea Massimiliano Marsiaj.

Vent’anni fa proprio Sabelt, storico fornitore di cinture di sicurezza per i team di Formula 1, sviluppa il primo sedile per Ferrari mentre al 2011 risale la collaborazione con Thales Alenia Space per la produzione delle cinture per i carichi cargo destinati allo Spazio, senza dimenticare le cinture CabinCrewa per Airbus. Per Leonardo si tratta di una nuova tappa del programma con cui il Gruppo punta a rafforzare la filiera elicotteristica italiana, con l’obiettivo di assegnare commesse per un miliardo di euro a produttori italiani.

«Il progetto è nato dalle esigenze di un gruppo che vuole crescere e cerca partner capaci di collaborare per far aumentare la competitività» sottolinea Gian Piero Cutillo, Managing Director della Divisione Elicotteri di Leonardo che cuba circa 5 miliardi di ricavi. «Il prototipo presentato con Sabelt – aggiunge – è la prova concreta della capacità di Leonardo di trasferire l’eccellenza tecnologica e il know-how del volo verticale a imprese italiane pronte a raccogliere la sfida dell’innovazione. Nell’aerospazio e nella Difesa, se non fai sistema non puoi avere successo. Sono un tifoso dell’autonomia tecnologica che l’Italia deve mantenere».

A sottolineare la rilevanza dell’operazione per la manifattura piemontese è l’assessore allo Sviluppo economico Andrea Tronzano: «Non sarà possibile sostituire i volumi dell’automotive con quelli dell’aerospazio ma l’impatto occupazionale di questo comparto è destinato a crescere». Parla di intelligenza industriale il presidente degli industriali di Torino Marco Gay e di un ecosistema che deve innovare e diversificare. «Nel mondo dell’industria del futuro, dal Dual Use alla mobilità, le nostre imprese potranno dare un contributo importante» aggiunge.

Fonte: Il Sole 24 Ore