La Ue: nel mercato unico auto bianche e Ncc

La Ue: nel mercato unico auto bianche e Ncc

Ha il sapore di liberalizzazione l’ingresso dei taxi e degli Ncc nell’ultimo documento varato dalla Commissione Ue il 21 maggio con la strategia per il mercato unico europeo. Un dossier di 31 pagine che disegna il futuro di molti settori economici in chiave di apertura dei mercati sotto il segno della competitività. Per farlo bisogna sconfiggere i “Terrible Ten”, come li definisce nel documento l’esecutivo von der Leyen, i dieci maggiori ostacoli che si frappongono tra i settori economici e la libera concorrenza. Si va dalle «regolamentazioni europee eccessivamente complesse» ai «vincoli territoriali di approvvigionamento per il commercio». Tra le azioni che Bruxelles mette in cantiere anche quella di «pubblicare orientamenti e raccomandazioni agli Stati membri per liberare i servizi regolamentati da normative inutili che ostacolano gli investimenti e il commercio (1° trimestre 2026)». Sul trasporto pubblico non di linea «la Commissione prevede anche azioni per l’applicazione delle norme e dei principi del mercato unico della Ue al settore dei taxi e dei veicoli privati a noleggio».

«Una novità di enorme importanza, perché per la prima volta la Commissione si dà l’obiettivo di realizzare azioni concrete per estendere le regole del mercato unico anche ad un settore che finora ne era rimasto fuori con gravi danni per cittadini e imprese», commenta Andrea Romano, presidente di MuoverSì, associazione che riunisce le imprese del noleggio con conducente. Per Romano «la spinta europea è fondamentale affinché governo e Parlamento mettano finalmente mano ad una nuova legge-quadro, a quasi 35 anni dalla legge del 1992».

A questo proposito è scaduto il 12 giugno il termine per lo “Stand Still” nell’ambito della procedura Tris aperta da Bruxelles sul decreto Salvini per la regolamentazione delle app. Dopo le interlocuzioni con Bruxelles, fa sapere il Mit, il provvedimento deve ora essere sottoposto al Consiglio di Stato. Anche se su tutto pende il rischio di una procedura di infrazione da parte di Bruxelles nel caso in cui nel testo finale non vengano recepite le osservazioni critiche inviate dalla Commissione l’8 maggio scorso.

Fonte: Il Sole 24 Ore