L’addio di Musk tra fallimenti, polemiche e rotture con Trump
Le polemiche sono divenute anche battaglie legali. Tra le 200 cause contro il Doge, una è mossa da 14 Stati che accusano direttamente Musk di operare illegalmente, attaccando l’accesso a sistemi di dati del governo, i licenziamenti e la cancellazione di contratti. L’essere al comando di un impero che fa affari con il governo e la difesa ha inoltre sollevato lo spettro di favoritismi e corruzione.
Musk, nonostante l’inevitabile confronto tra personalità sopra le righe, era rimasto finora nelle grazie di Trump, forte degli oltre 250 milioni di dollari donati alla sua campagna elettorale. Per il presidente i forti malumori generati dal magnate tra l’elettorato, compresi i populisti Maga, sono stati anche un utile parafulmine. Gli attriti tuttavia sono saliti sempre più alla ribalta.
Musk lascia Washington senza aver versato altri 100 milioni promessi all’organizzazione di Trump per le elezioni parlamentari di Midterm. Nei mesi sono aumentate gli attriti con lo staff della Casa Bianca e le resistenze dei collaboratori del presidente alla posizione inter-ministeriale di Musk. E Trump ha cominciato a emarginare Musk, come un rischio e una distrazione.
Il momento di rottura sarebbe avvenuto al Pentagono: Trump reagì con rabbia alla scoperta che Musk aveva ottenuto a marzo un briefing top secret sulla Cina (che includeva anche scenari di guerra) facendolo cancellare. Da allora è stata una spirale discendente. Nel suo recente viaggio in Medio Oriente, il tycoon ha tenuto Musk in disparte. Ad un ricevimento in Qatar, Musk ha fatto la fila con i normali finanziatori per stringere la mano al presidente.
Si è poi lamentato, senza alcun esito, di essere stato escluso da un maxi-contratto su centri dati di IA ad Abu Dhabi andato ad una cordata del rivale Sam Altman di OpenAI. Rientrato a Washington, Musk ha attaccato il grande piano di budget decennale della Casa Bianca, definendosi «deluso» perché aumenta il deficit. Ha ammesso, amareggiato, di aver «speso troppo tempo» in politica.
Fonte: Il Sole 24 Ore