L’aeroporto di Venezia schiera due nuovi falchi

L’aeroporto di Venezia schiera due nuovi falchi

L’aeroporto di Venezia “assume” due nuovi falchi per garantire la sicurezza dei voli: si aggiungono agli otto già presenti per l’attività di bird control, attualmente il sistema più efficace per l’allontanamento temporaneo dei volatili da piste e piazzali al fine di ridurre o annullare i rischi connessi.

La bird unit

I volatili sono arrivati nei mesi scorsi e dopo una prima fase di ambientamento e preparazione sono ora pienamente operativi. L’antica pratica della falconeria si applica da tempo negli aeroporti: a Venezia lo scalo impiega i falchi in maniera continuativa. Il nucleo di Bird Control Unit (BCU) è composto da quattro addetti e un supervisore, in servizio nell’intero arco di ore dell’attività aeroportuale.

Il numero di falchi addestrati da Save, la società di gestione, è cresciuto negli anni, in diretta relazione con le attività operative dello scalo. I dieci esemplari di rapaci appartengono a due famiglie distine: sei sono poiane di Harris e quattro sono falconi, con caratteristiche distinte che ne determinano l’utilizzo alternativo, sulla base dei volatili e degli stormi da allontanare.

L’addestramento

I nuovi assunti hanno già svolto una prima fase di ambientamento e preparazione e sono ora pienamente operativi. L’addestramento, preceduto da una fase di ammansimento, è continuativo e si adatta anche alle caratteristiche del singolo esemplare, tra cui la propensione al miglioramento delle prestazioni di volo. Per tutti è previsto almeno un volo giornaliero, che garantisce l’allenamento e il mantenimento delle qualità fisiche: la salute degli esemplari è tenuta sotto il costante controllo di un veterinario.

L’attività dissuasiva con i falchi si svolge quotidianamente, dall’alba al tramonto, i falconieri ne seguono i movimenti in volo a vista e anche attraverso un dispositivo radiomobile. Una curiosità: le poiane vengono richiamate dal falconiere con il pugno della mano, mentre i falconi con dei “logori” a forma di finte prede che vengono fatte roteare nell’aria.

Fonte: Il Sole 24 Ore