Lago di Como tra antichi sentieri e borghi storici

“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi… “. L’attacco dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni è una sorta di etichetta che accompagna a distanza di due secoli molti che visitano il Lario. La descrizione ci porta ogni volta ad immaginare come poteva essere nell’Ottocento la vista del lago e della cornice naturale delle montagne che lo circondano. Ecco tre itinerari per toccare punti panoramici su entrambe le sponde che abbiamo raggiunto e fotograto.

L’ascesa al Monte San Primo in vetta per ammirare i tre rami

Combinare l’idea di una camminata in mezzo a prati e boschi e quella di salire verso la vetta più alta di tutto il Triangolo Lariano per guardare il lago a testa in giù: è quanto offre l’ascesa al Monte San Primo, che con i suoi 1.682 metri di altitudine sovrasta letteralmente le due sponde del lago fra Como e Lecco e la punta di Bellagio. Ci si arriva salendo in auto dal Santuario della Madonna del Ghisallo, luogo storico per gli amanti della bicicletta, e una volta lasciata l’auto al parcheggio si sale per due ore e mezza lungo quelli che erano un tempo i tracciati delle piste da sci. Dalla cima, se la giornata è limpida, si vedono nitidamente le Alpi, una parte degli Appennini settentrionali e tutta la Brianza fino alla pianura. Per chi vuole faticare meno, una validissima alternativa sono i Corni di Canzo: in circa un’ora e mezza di cammino si giunge al rifugio e da lì ci si può arrampicare fino ai 1.300 metri della vetta più alta e avere una vista unica del ramo di Lecco e delle imponenti sagome delle Grigne.

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Trekking per tutti sui Monti Bollettone e Palanzone

I balconi panoramici in tutto il Triangolo Lariano sono veramente tanti e per tutti i gusti. Per chi ama fare trekking, il monte Bollettone e il quasi omonimo Monte Palanzone, che si possono raggiungere con un percorso ad anello partendo dall’Alpe del Vicerè, permettono di avere un’ottima visuale della sponda comasca e delle famose ville che caratterizzano il tratto di lago che va dall’isola Comacina a Menaggio. Bastano però anche dolci e brevi camminate, al limite dell’ora, per godere di una vista spettacolare sul lago da un’altezza di 800-1000 metri: in questo caso due possibili itinerari da seguire sono il piccolissimo borgo dell’Alpe di Monte sopra Valbrona e la cima del Monte Megna, salendo dalla Conca di Crezzo, nell’alta Vallassina.

Lo spettacolo del lago e delle Grigne dalla panchina gigante Per chi invece non ama camminare e vuole comunque godersi il panorama, una tappa obbligata è alla panchina gigante di Civenna, opera che nasce dalla visione del designer americano Chris Bangle e della moglie Catherine (ve ne sono 137 in tutta Italia): può ospitare fino a 8 persone contemporaneamente e offre una vista fantastica sul ramo di Lecco e le Grigne. La si raggiunge con una breve camminata dal centro del Paese e per tornare al parcheggio è consigliabile la passeggiata attraverso il Parco Bellavista. Ripresa l’auto, si può scendere verso Bellagio lungo i tornanti del Ghisallo e, una volta sbucati dal bosco, deliziare gli occhi con la vista a 360 gradi dello storico borgo e del ramo principale del lago che guarda verso Colico.

Il Sentiero del Viandante e il Castello di Vezio

Lungo il suo percorso, che si snoda ora si snoda per 45 chilometri lungo tutta la sponda orientale del lago, da Lecco a Piantedo, sono transitati questa estate migliaia di escursionisti e amanti del trekking (fra cui molti stranieri). Il Sentiero del Viandante è un itinerario che rimanda alle antiche vie di comunicazione tracciate da pellegrini, commercianti e contrabbandieri e che corre a mezza costa toccando vecchie chiese, piccoli paesi affacciati sul lago e resti di quelle che erano insediamenti contadini.

Fonte: Il Sole 24 Ore