
Landini: non solo referendum, va cambiata legge elettorale
«C’è da cambiare anche la legge elettorale, non solo il referendum» e il meccanismo del quorum. Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, a Repubblica delle Idee in piazza Maggiore a Bologna. «Il quorum nasce in un Paese dove il 95% andava a votare. Oggi sei in una situazione che non hai più legge elettorale proporzionale, hai premi di maggioranza, a votare va il 60-65% quando va bene… La maggioranza prima, con un sistema proporzionale col 95% che votava, rappresentava davvero il corpo elettorale. Oggi hai una contraddizione: dentro al Parlamento chi fa le leggi non rappresenta la maggioranza in questo Paese».
«Riflettere su chi non è andato a votare»
«Sul referendum – ha affermato – bisogna essere onesti, abbiamo fatto la scelta di andarci perché volevamo raggiungere il quorum e cambiare leggi balorde sul mercato del lavoro, sulla salute, sulla sicurezza. Non lo abbiamo raggiunto e non è una vittoria. Bisogna fare però una riflessione non solo guardando i numeri di chi è andato a votare, ma una riflessione per capire soprattuto chi non è andato a votare e perché. Non come scusante. Credo sia utile per collocare anche il quadro». Tra le motivazioni, per Landini anche l’aggiunta del referendum sulla cittadinanza. Un quesito «importante – ha sottolineato – sul quale abbiamo dato indicazione convinta di votare, ma sapevamo i problemi che ci sono quando si affronta un tema così delicato come quello della cittadinanza, e dei migranti. Argomenti su cui chi è al governo ha fatto campagna elettorale e ha vinto elezioni. Uno dei problemi per il non raggiungimento del quorum anche la politicizzazione che il referendum ha avuto. Se diventa un voto pro o contro il governo, ha avuto buon gioco il governo a sottrarsi e a dire di non andare a votare».
Landini: la Cgil deve necessariamente cambiare
«Nell’ultimo mese e mezzo ho girato l’Italia – ha continuato il sindacalista – e ho visto una partecipazione come non avevo mai visto. La Cgil ha parlato a tantissime persone con cui non aveva mai parlato. Non è che dopo questo mese e mezzo, due mesi torniamo a fare quello che facevamo prima. La Cgil deve necessariamente cambiare».
«La Cgil deve tornare sui territori e riaprire le camere del lavoro – ha aggiunto Landini – Non ho ancora i dati precisi sul voto, ma a naso ci sono anche tanti lavoratori dipendenti, magari iscritti alla Cgil, che a votare non sono andati e bisogna capire il perché. In questo Paese c’è una crisi della solidarietà. Solidarietà significa che quelli che stanno meglio sono pronti a battersi per quelli che stanno peggio. E dobbiamo recuperare quella cosa lì», ha proseguito il sindacalista che auspica che «tanti giovani entrino nella Cgil, anche per cambiarla».
«Bugia che non ci sono soldi per aumentare i salari»
Dal governo, ha detto il segretario della Cgil, «continuano a dire che non ci sono i soldi per aumentare i salari. È una bugia pura: se oggi c’è la produttività, come dicono, più bassa è perché il livello di investimenti fatti nel nostro Paese è molto più basso di quelli che hanno fatto dalle altri parti. Il problema non è che c’è scarsa produttività perché la gente non lavora. Nel settore pubblico cosa ha fatto questo governo? per la scuola, la sanità. Di fronte a un’inflazione del 18% ha proposto aumenti del 6% e siccome noi abbiamo detto che non li firmiamo l’accusa è che saremmo noi che non vogliamo dare soldi ai lavoratori. E intanto il governo ha i soldi per fare i condoni fiscali».
Fonte: Il Sole 24 Ore