
L’appello della Flai-Cgil: sbloccare i 200 milioni del Pnrr destinati ai ghetti
La Flai Cgil, insieme ad altre organizzazioni sindacali e ad alcune associazioni del terzo settore, lancia un appello per riaccendere i riflettori sui 200 milioni che il Pnrr ha destinato al superamento dei ghetti, ma che non sono mai arrivati a destinazione. Nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza era stato previsto un intervento specifico per cancellare gli insediamenti informali in cui vivono migliaia di migranti, in buona parte impiegati nelle campagne italiane, e realizzare soluzioni abitative più dignitose. Dei 200 milioni previsti, la parte più consistente, ossia circa 114 milioni, avrebbe dovuto sostenere i progetti presentati dai comuni pugliesi, in particolare a quelli della provincia di Foggia, dove si trovano due dei più grandi ghetti a cielo aperto italiano, quello di Borgo Mezzanone e quello di Torretta Antonacci.
Il decreto ministeriale che ripartisce le risorse risale ormai a marzo 2022, mentre è già passato un anno da quando il governo ha nominato il prefetto Maurizio Falco a Commissario straordinario per gestire queste risorse. Eppure ad oggi, nonostante diversi Comuni abbiano presentato i loro progetti, neanche un euro è stato ancora utilizzato. «Le risorse sono scadute – si legge nell’appello firmato dalle organizzazioni guidate dalla Flai-Cgil – in quanto i progetti dovevano essere conclusi entro il 30 marzo 2025. Così lo Stato sta vanificando una grande opportunità di riscatto che questo territorio poteva avere dopo tanti anni di sofferenze e di mancati investimenti».
Tra i firmatari del documento, la Flai Cgil di Foggia, le sigle provinciali di Cgil, Cisl, Uil, Fai Cisl, Uila Uil, Acli, Arci, la Caritas Diocesana di Foggia e quella di San Severo. «Sono sotto gli occhi di tutti le realtà di degrado umano e sociale nella nostra provincia – denuncia il segretario generale della Flai Foggia, Giovanni Tarantella – a partire dal ghetto di Borgo Mezzanone, ma c’è anche quello di Torretta Antonacci e poi ci sono gli insediamenti informali di Cerignola e di San Marco in Lamis. Rinunciare ai fondi del Pnrr significherebbe perdere un’occasione storica per garantire un futuro dignitoso a lavoratrici e lavoratori che sopravvivono in questi luoghi, ma sarebbe pure una sconfitta per tutta la cittadinanza, in termini di mancate politiche di inclusione e investimenti su trasporti, servizi sociali, sanità».
Da quando i sindacati hanno denunciato per la prima volta le condizioni disumane in cui a Borgo Mezzanone vivono i migranti sfruttati sono passati ormai sedici anni. A marzo del 2022, quando fu messa nero su bianco la ripartizione dei 200 milioni di euro del Pnrr destinati all’emergenza ghetti, fra i 38 Comuni individuati c’era anche quello di Manfredonia, nel cui territorio rientra proprio il ghetto di Borgo Mezzanone. La fetta più alta, 57 milioni, sarebbe dovuta arrivare proprio qui. A fine 2024, durante l’ultima seduta dell’anno della commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, il governo annunciò anche che avrebbe fatto partire alcuni dei progetti nel corso del 2025. Per ciascuno doveva essere garantito subito uno stanziamento minimo del 10% rispetto all’importo complessivo, il resto sarebbe dovuto arrivare entro l’agosto del 2026. Invece, ricorda la Flai, è ancora tutto fermo.
Fonte: Il Sole 24 Ore