
L’arte come ponte culturale – Il Sole 24 ORE
L’Uzbekistan, un paese con una ricca cultura e storia, ha attraversato un notevole sviluppo economico negli ultimi decenni. L’eredità dell’Unione Sovietica e i propri sforzi di riforma hanno contribuito a trasformarlo da un’economia agricola a un’economia basata sull’industria e sui servizi. Un aspetto cruciale dello sviluppo economico sono gli sforzi per diversificare la sua economia e ridurre la dipendenza da esportazioni tradizionali come il cotone attraverso investimenti nell’energia, nella tecnologia, nel turismo e nella cultura. A guidare la trasformazione culturale è Gayane Umerova, presidente della Uzbekistan Arts and Culture Development Foundation (ACDF) istituita nel 2017 che svolge un ruolo fondamentale nel plasmare il panorama artistico uzbeko, oltre ad essere Commissario della Biennale. In questa intervista ci spiega come sta contribuendo a ridefinire l’immagine culturale del paese sulla scena mondiale e la sua visione strategica e il suo impegno nella valorizzazione dell’arte contemporanea.
Perché la Biennale?
Questa iniziativa è un’estensione naturale del lavoro in corso dell’ACDF per sostenere gli artisti, i designer e gli artigiani uzbeki sulla scena globale e, in qualità di Commissario, sono onorata di accogliere creativi e visitatori da tutto il mondo in Uzbekistan per la prima biennale internazionale del nostro Paese. Abbiamo il privilegio di portare il mondo in Uzbekistan, offrendo una piattaforma per un significativo scambio artistico e culturale. Per secoli, Bukhara è stato un fiorente centro di commercio, artigianato e vita intellettuale – un’eredità riconosciuta oggi dal suo status di città creativa dell’Unesco per l’artigianato e l’arte popolare. Oltre a celebrare il nostro patrimonio artistico, la Biennale è un passo fondamentale per rafforzare l’infrastruttura creativa dell’Uzbekistan, sostenere gli artisti locali e internazionali e promuovere un’economia creativa sostenibile. Crediamo che, amplificando la nostra cultura su scala internazionale, possiamo creare nuovi dialoghi, ispirare nuove prospettive e contribuire a un futuro dinamico per le arti nella nostra regione e oltre.
Quando è iniziato il progetto?
La Biennale di Bukhara è stata avviata dalla Fondazione per lo sviluppo dell’arte e della cultura dell’Uzbekistan come parte della sua più ampia missione di promozione e conservazione del patrimonio culturale dell’Uzbekistan. Mentre l’ACDF è stata fondata nel 2017 e ha avviato numerosi progetti culturali su larga scala in tutto il Paese, tra cui la ricostruzione del Museo Statale delle Arti e la creazione del Centro per le Arti Contemporanee di Tashkent, la Biennale stessa è un’iniziativa più recente, progettata per amplificare l’importanza artistica e storica di Bukhara su scala globale.
La Biennale inaugura un progetto permanente per la città di Bukhara: ce ne può parlare?
La Biennale di Bukhara è molto più di una semplice mostra: segna l’inizio di un progetto di trasformazione a lungo termine per la città. Con questa edizione inaugurale, stiamo gettando le basi per un distretto culturale in evoluzione, che non solo celebrerà l’eredità artistica di Bukhara, ma contribuirà attivamente al suo futuro per gli anni a venire. Questa iniziativa è pensata per riattivare lo storico commercio artigianale della città, ricollegare il suo ricco patrimonio al mondo e preservare la sua notevole architettura, tra cui quattro caravanserragli, la Madrasa Gavkushon, l’ex moschea Khoja Kalon e la Madrasa Rashid. Tra una Biennale e l’altra, il distretto culturale che stiamo sviluppando sarà un ecosistema in continua espansione per la creatività, con progetti per studi d’artista, una scuola di musica, un archivio digitale che ripercorre la storia dell’Uzbekistan, un museo di belle arti e uno spazio espositivo ospitato in una torre dell’acqua degli anni Venti. Questo progetto si basa sulla convinzione che la cultura sia una forza trainante per lo sviluppo sostenibile, a beneficio non solo degli artisti e degli operatori culturali, ma anche dell’intera comunità cittadina. Siamo molto entusiasti di questo impegno a lungo termine.
Può parlarci della scena artistica, dell’evoluzione e delle tendenze e delle aspettative future?
Bukhara è stata a lungo un centro di scambio artistico e intellettuale, plasmato dal suo ruolo di snodo fondamentale lungo le Vie della Seta. Negli ultimi anni abbiamo assistito a una rinnovata energia nella scena artistica della regione, con artisti contemporanei che attingono a questa ricca storia e al contempo spingono nuove idee. Per esempio, l’artista bukhariana Oyjon Khayrullaeva attinge alla storia della città: presenterà un video in cui la nonna e la zia condividono le conoscenze ancestrali sui rimedi tradizionali, tra cui l’uso del fango delle mura diroccate di Bukhara per la guarigione della pelle – il suo lavoro esemplifica come l’arte contemporanea nella regione continui a essere profondamente radicata nella tradizione, esplorando al contempo nuove narrazioni interdisciplinari.
Fonte: Il Sole 24 Ore