
Lavoro, allo studio meno tasse sul welfare
Rafforzare la contrattazione di secondo livello e le misure di welfare aziendale con un metodo semplice, abbassando le tasse. E’ una delle ricette a cui punta il ministero del Lavoro per rafforzare i salari in vista della prossima manovra. Ad illustrarla è direttamente la ministra del Lavoro, Marina Calderone.
Spinta al welfare
«Lavoreremo per migliorare la contrattazione di secondo livello in termini di potenziamento e ampliamento degli strumenti di welfare da mettere a disposizione dei lavoratori e delle lavoratrici e delle loro famiglie e per allargare le soglie di tassazione già agevolata, ricomprendendovi più voci».
I fringe benefit
La legge di bilancio di quest’anno ha già previsto che, nel triennio 2025-2027, i beni ceduti e i servizi prestati ai lavoratori dipendenti, le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per le bollette energetiche ed anche le spese per l’affitto o per gli interessi sul mutuo non concorrono a formare il reddito, entro il limite complessivo di 1.000 euro. Il limite è elevato a 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli. Cifre che potrebbero dunque cambiare o elenco di voci che potrebbe allungarsi.
Buoni pasto
Un’altra misura allo studio, come anticipato dal nostro giornale, è quella di alzare la soglia esentasse dei buoni pasto da 8 a 10 euro.
Congedi
Calderone non entra nei dettagli, ma traccia una linea e lo fa anche rispetto all’ipotesi di rinnovare anche nel 2026 l’estensione del congedo parentale all’80% per tre mesi anziché due. «Ciò che facciamo per la famiglia non è un intervento spot ma ha una sua dimensione strutturale», ha detto la titolare del Lavoro.
Fonte: Il Sole 24 Ore