
Le contromisure contro il caldo killer e quello spettro dell’estate del 2003 che fece oltre 4mila morti
Quarantatrè gradi in Spagna (dopo i 46 di sabato) e nel sud del Portogallo. Quaranta gradi in Francia e Italia. Ma è mezza Europa a essere stretta nella morsa a causa dell’anticiclone africano che si è spinto ben al di là del nostro Paese. “In questo momento” un’ondata di “caldo torrido sta investendo la regione europea dell’Oms, infrangendo record, mettendo a dura prova i sistemi sanitari e mettendo a rischio innumerevoli vite”. A lanciare l’alert è il direttore regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l’Europa, Hans Kluge, che in una nota spiega perché le ondate di calore sono una crisi sanitaria e come prepararsi. Perché il caldo può essere un insidioso killer soprattutto per i più anziani, come ricorda l’estate torrida da record del 2003 quando il caldo durò senza pause per più di 30 giorni tra luglio e agosto uccidendo oltre 20mila persone in Europa: solo in Francia la “canicule” aveva mietuto 11mila vittime tra gli anziani mentre in Italia secondo le stime prudenziali che erano state raccolte allora dall’Istituto superiore di Sanità si erano registrati oltre 4mila morti.
Le contromisure contro il caldo consigliate dall’Oms
Il caldo estremo, ricorda l’Oms, “minaccia silenziosamente le persone che hanno più bisogno di protezione: anziani, bambini, lavoratori all’aperto e chiunque conviva con patologie croniche”. E “il cambiamento climatico fa sì che le ondate di calore non siano più rare. Stanno diventando più intense, più frequenti e più pericolose. Il caldo estremo può sopraffare la capacità del nostro corpo di affrontare le alte temperature, causando malattie gravi e persino la morte. La buona notizia? La maggior parte degli impatti sulla salute legati al caldo può essere prevenuta”. Ecco perché l’Oms Europa ha lanciato “la campagna annuale #KeepCool”, per ricordare i semplici accorgimenti salvavita che tutti possiamo adottare”. Quattro i pilastri su cui poggia la campagna. Prima regola: tenere lontano il caldo “restando in casa nelle ore più calde della giornata, all’ombra ove possibile e non lasciare mai bambini o animali nelle auto parcheggiate. Punto numero 2: mantenere la casa il più fresca possibile ”arieggiandola di notte, chiudendo tende e persiane durante il giorno e spegnendo luci e dispositivi non necessari”. Punto 3: mantenere il corpo fresco “indossando abiti leggeri e bevendo molta acqua. E per chiudere il punto 4: restare in contatto con famiglia, amici e vicini, ”soprattutto per coloro che potrebbero aver bisogno di ulteriore aiuto”.
“Ma non possiamo fermarci qui. Ogni paese e ogni comunità ha bisogno di solidi piani d’azione per la salute e il caldo: allerte tempestive, comunicazione chiara e supporto per le persone più a rischio – conclude la nota dell’Oms – Non si tratta solo di sopravvivere all’estate, ma di proteggere la nostra salute in un clima che cambia. Facciamo in modo che tutti sappiano come rimanere al sicuro e in salute, indipendentemente da quanto salgano le temperature”.
I rischi principali per la salute e i sintomi a cui fare attenzione
Ma quali sono i rischi principali per la salute causati dalle ondate di calore? Le alte temperature, unite a un tasso di umidità elevato, possono scatenare colpi di calore, disidratazione, scompensi cardiaci e crisi respiratorie nei pazienti più vulnerabili. Bisogna dunque fare attenzione ai sintomi di allarme. “Le patologie da calore sistemiche possono manifestarsi con effetti più o meno severi sull’intero organismo che non riesce più a smaltire, per esempio attraverso la sudorazione, il calore prodotto al suo interno, sicché la temperatura corporea inizia pericolosamente ad aumentare”, avverte Mauro Minelli, immunologo clinico e docente di Nutrizione umana dell’Università Lum. “La forma sistemica più lieve è il colpo di sole, anche detto insolazione che, sul piano dei sintomi, può manifestarsi con eritema esteso alle parti più direttamente esposte al sole che risultano anche piuttosto calde e, magari, ricoperte da vesciche. Altre manifestazioni tipiche dell’insolazione possono essere l’iperemia delle congiuntive con lacrimazione e grande fastidio alla luce, febbricola, dolore nella regione nucale e senso di pesantezza alla testa talvolta con vago senso di confusione e stordimento. In questi casi – avverte il medico – il trattamento, in genere rapidamente efficace, può banalmente consistere nello spostarsi in luogo fresco e arieggiato, reidratarsi con abbondanti quantità di acqua aggiunta di sali minerali, disporsi a pancia in giù con le gambe leggermente sollevate allentando cinture o cravatte o indumenti stretti e semmai applicare sulla fronte, sui polsi, sul collo bagnoli di acqua a temperatura ambiente, dunque non eccessivamente fredda che potrebbe portare ad un effetto del tutto opposto a quello atteso per fenomeni di vasocostrizione. Non è necessario che tutti questi sintomi siano contemporaneamente presenti nella stessa circostanza. In ogni caso, tuttavia, la risoluzione dell’insolazione è in genere veloce ed il quadro clinico non comporta complicazioni”.
Lo spettro dell’estate del 2003 che fece oltre 20mila morti
Il mese di giugno appena finito ha registrato temperature elevatissime ben oltre la media e sembra già evocare l’incubo dell’estate del 2003, quando si era registrata un’alta pressione praticamente ininterrotta da giugno a settembre. Una morsa che aveva provocato in Europa tantissimi morti, oltre 20 mila secondo le stime di allora. In Francia si registrò una vera e propria strage di anziani, perché le case di riposo non erano attrezzate, tanto che è ancora vivo il ricordo di quel picco di caldo che avrebbe provocato oltre 11 mila decessi, di cui almeno l’80% tra gli over 75. Il dato era stato calcolato sull’aumento dei morti nel periodo rispetto alla media degli anni precedenti. Lo stesso calcolo era stato effettuato in Italia dall’Istituto superiore di Sanità. L’indagine si era basata su una ricerca attiva dei decessi in più registrati rispetto al 2002 tra il 16 luglio e il 15 agosto, sia tra le persone residenti che tra quelle presenti, nelle anagrafi dei 21 Comuni capoluogo: rispetto all’anno prima nel 2003 si era registrato un aumento di 2222 decessi (da 17493 decessi nel 2002 a 19715 nel 2003). Infine era stata effettuata una stima empirica dell’eccesso di mortalità in tutto il territorio nazionale, nello stesso periodo, tra le persone di 65 anni e oltre, e il dato che era emerso era di ben 4 175 decessi causati presumibilmente da quella anomala ondata di calore. Dopo quella estate record l’Italia comincio ad attrezzarsi con piani ad hoc contro le ondate di calore.
Fonte: Il Sole 24 Ore