Le imprese fanno fronte alla crisi, prestiti su e rischiosità stabile
Le differenze settoriali
Continua infatti il trend negativo delle costruzioni e del tessile-abbigliamento. Quest’ultimo in particolare, osserva Luca D’Amico, sta affrontando un periodo di crisi strutturale, che si riflette nella contrazione degli importi erogati (-7,4% nel primo semestre), e nel livello di rischio elevato, con tassi di default che, sebbene stabili, si attestano a giugno sopra la media nazionale, al 4,6%. Le imprese risentono negativamente non solo delle politiche tariffarie degli Stati Uniti, ma anche, e soprattutto, di fattori strutturali, come lo spostamento nei comportamenti d’acquisto in atto nelle nuove generazioni, che privilegia la concorrenza low cost e in particolare il cosiddetto «ultra fast fashion». O la concorrenza crescente, sul mercato asiatico, di produttori e brand locali che si stanno progressivamente affermando a scapito dei marchi occidentali, anche di alta gamma.
Sel settore delle costruzioni pesa invece il progressivo depotenziamento, o venir meno, degli incentivi all’edilizia, a cui si aggiungono costi elevati di produzione, che erodono i margini delle imprese: gli importi erogati nel primo semstre sono diminuiti del 4,5%, mentre il tasso di default (già elevato) è salito a giugno al 4,3%.
Sul fronte opposto, i settori che hanno registrato il miglioramento più significativo nel primo semestre dell’anno sono l’agricoltura e l’alimentare. Nel primo caso, gli importi erogati sono aumentati del 30,3%, spinti in particolare da «un quadro normativo favorevole, che ha previsto forme di finanza agevolata, nonché incentivazioni a investimenti per l’ammodernamento», si legge nell’Osservatorio Crif. Il tassi di default a giugno sono stabili rispetto alla fine dell’anno precedente e inferiori al dato medio nazionale, al 2,2%. Anche l’alimentare ha registrato un sensibile aumento dei finanziamenti (+27,3%), grazie soprattutto all’elevata domanda sul mercato statunitense. Il tasso di default, pur rimanendo sopra la media dei settori, è sceso a giugno al 3,3%, contro il 3,7% registrato a dicembre 2024.
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Fonte: Il Sole 24 Ore