
«Le ricerche online sono sempre più conversazionali»
Non vi spaventa che l’inafferrabile generazione Z scelga altre piattaforme come motori di ricerca?
In Google diciamo spesso che il consumatore è sempre più prevedibilmente imprevedibile. Accade nei momenti di grande trasformazione: penso all’adozione del mobile o all’avvento dell’intelligenza artificiale. La ricerca è sinonimo di Google perché non esiste nessun’altra piattaforma che è in grado di comprendere così bene le richieste. Ma ciò che registriamo è il 15% di ricerche quotidiane completamente nuovo, nonostante Google esista da venticinque anni.
Quindi come stanno evolvendo le ricerche?
Stanno diventando molto più complesse, più lunghe e più conversazionali. E questo lo stiamo vedendo ancora di più nelle fasce anagrafiche più giovani.
Sembra che le bussole di un tempo non ci possano orientare più.
Oggi l’80% dei percorsi di acquisto online coinvolge molti punti di contatto. Si parla di messy middle, una linea infinita che passa da un device all’altro tra online e offline e che rende praticamente impossibile riuscire a prevedere le scelte, a meno che non si abbiano strumenti efficaci. Per superare questo approccio randomico occorre individuare contenuti rilevanti.
Nicola Mendelsohn di Meta, interrogata qualche tempo fa sul futuro della rete, rispondeva: «Video, video, video». Lei come risponderebbe?
La componente multimediale sarà sempre più totalizzante, ma io risponderei: «Ai, Ai, Ai». Perché l’intelligenza artificiale è sempre di più lo strumento che ci consente di rivoluzionare i nostri prodotti, di soddisfare la curiosità delle persone, di rendere la ricerca più pertinente.
Ma alla fine l’Ai si traduce davvero in un vantaggio competitivo?
È un’opportunità che non possiamo perdere. Bcg nel report «The blueprint for AI marketing» commissionato da Google ha evidenziato come le attività di marketing stiano vedendo una crescita del fatturato per le aziende coinvolte fino al 60% superiore rispetto ai concorrenti.
Fonte: Il Sole 24 Ore