
Le specie aliene dei nostri mari: parte la campagna “Attenti a quei 4!” dell’Ispra e Cnr-Irbim
Dalle meduse al pesce scorpione, passando per il pesce palla, le alghe tropicali e continuando con gli altri esemplari di pesci. Sono le specie aliene che popolano i mari italiani. A favorire la presenza di esemplari provenienti da altri mari sono i cosiddetti «corridoi naturali», è il caso dello Stretto di Gibilterra, e quelli artificiali come il Canale di Suez.
Lo studio in campo
A fornire una mappa in costante aggiornamento sulle presenze aliene nei mari, con le indicazioni di quelli urticanti, pericolosi o eventualmente velenosi, è l’Ispra che con l’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Ancona (CNR-IRBIM), quest’anno ha lanciato la campagna «Attenti a quei 4!». Un’iniziativa che segue il percorso avviato già nel 2022 e ha l’obiettivo di informare i cittadini sulla presenza delle specie invasive nei nostri mari. Dai due istituti di ricerca anche indicazioni utili per riconoscerle e prevenire spiacevoli incidenti, oltre che «contribuire al monitoraggio della loro diffusione e invitando a documentare con foto o video la specie».
Segnalazioni e catture in aumento
«L’aumento delle catture e segnalazioni da parte di pescatori e subacquei, da un lato conferma l’importante ruolo da loro svolto a supporto dei ricercatori nell’attività di sorveglianza della diffusione delle specie aliene – commenta Manuela Falautano, ricercatrice dell’Ispra, coordinatrice per l’Ente delle campagne “Attenti a quei 4!”- , dall’altro evidenzia la necessità di ampliare il coinvolgimento degli operatori del mare e di promuovere una chiara attività di comunicazione alla cittadinanza sulle specie potenzialmente pericolose per la salute umana, senza creare allarmismi».
Il pesce scorpione
La mappatura relativa alla presenza del pesce scorpione (Pterois miles) nel Mediterraneo, aggiornata a marzo 2025, indica 1.840 segnalazioni, provenienti dai diversi paesi del bacino. «La specie si sta diffondendo anche nei mari italiani e – sottolinea la ricerca – il Mar Ionio si conferma come una delle aree più vulnerabili». L’elenco è, comunque, in aggiornamento costante dato che tutti coloro che si imbattono in specie alinee possono inviare il proprio contributo fotografico o filmato all’Ispra o al Cnr.
Maggiori avvistamenti nello Ionio
«La maggior parte dei nuovi avvistamenti è concentrata nel Mar Ionio, una delle aree che, secondo le proiezioni climatiche, presenta il più alto rischio di aumento della vulnerabilità all’invasione da parte di questa specie tropicale, insieme alle regioni più meridionali del Mare Adriatico – dice Ernesto Azzurro, ricercatore del CNR-IRBIM che ha coordinato lo studio sul pesce scorpione -. I risultati dello studio offrono indicazioni significative sul continuo processo di espansione di Pterois miles, confermando l’affidabilità dei modelli e sottolineando l’urgenza di implementare strategie efficaci di monitoraggio e gestione». La campagna oltre al pesce scorpione (è commestibile ma le spine possono causare punture molto dolorose anche 48 ore dopo la morte dell’animale), riguarda il Pesce palla maculato (la specie possiede una potente neurotossina che la rende altamente tossica al consumo, anche dopo la cottura. Inoltre, ha una possente dentatura con la quale può infliggere morsi dolorosi), il Pesce coniglio scuro e Pesce coniglio striato (specie erbivore commestibili ma dotate di spine che possono causare punture dolorose anche dopo la morte dell’animale).
Fonte: Il Sole 24 Ore