Leadership e AI: ripensare modelli e strategie aziendali

Leadership e AI: ripensare modelli e strategie aziendali

Intelligenza artificiale è sinonimo di automazione? Assolutamente sì, ma non solo. E questo perché le doti trasformative degli algoritmi e delle tecnologie generative stanno effettivamente cambiando la nostra vita (privata e lavorativa) e il modo di prendere decisioni, ma troppo spesso il dibattito aziendale sugli impatti di queste tecnologie va a focalizzarsi unicamente sulla componente di automazione dei processi. E invece c’è altro, molto altro. Secondo Brian Solis, futurologo e Head of Global Innovation ServiceNow, il vero potenziale dell’intelligenza artificiale risiede in tre “funzioni” fra loro complementari: espandere le capacità umane, ridefinire i modelli di leadership e generare un impatto sociale e culturale profondo. Nella sua visione, l’intelligenza artificiale non è quindi solo uno strumento per “fare meglio le stesse cose” ma un catalizzatore per ripensare i modelli attraverso i quali si crea valore, si costruiscono relazioni e si immagina il futuro delle organizzazioni. Il concetto di “human-centered innovation” è non a caso un tema ricorrente nel pensiero di Solis, perché – sue parole – “non si tratta di sostituire l’uomo, ma di renderlo protagonista di una nuova era”. Ecco cosa ha raccontato in esclusiva al Sole24Ore.com in occasione della sua recente partecipazione all’AI Week di Milano.

Nel dibattito sull’adozione dell’AI, lei sottolinea un equivoco di fondo: le imprese scambiano l’amplificazione delle capacità umane con la semplice automazione. Perché questo fraintendimento è così diffuso? 

Tra i casi d’uso più comuni dell’AI ci sono l’automazione di compiti ripetitivi e flussi di lavoro, il rafforzamento delle operazioni self-service e la riduzione dei costi operativi. È sicuramente da qui che dovrebbe iniziare il percorso con l’intelligenza artificiale, individuando use case immediati, dimostrando risultati in tempi rapidi e generando ROI. Ma quando limitiamo i nostri investimenti all’automazione e al saving, rischiamo di creare una nuova era di “status quo” potenziato dall’AI. Un approccio centrato sull’automazione è normale, è il modo in cui la maggior parte delle organizzazioni ha affrontato i cicli delle innovazioni tecnologiche fin dai tempi della rivoluzione industriale: aumentare l’efficienza, contenere i costi, incrementare la produttività e i profitti. E l’AI fa tutto questo e anche di più, perché è una rivoluzione capace di far crescere la prossima generazione di imprese in modi ancora inimmaginabili. Ed è proprio questo il punto: siamo in un momento decisivo, alcune aziende si fermeranno all’automazione, massimizzando i profitti, ma i manager più lungimiranti possono cambiare la narrazione di questa rivoluzione.

Quali rischi comporta, questa “ambiguità”, in chiave business?

Fonte: Il Sole 24 Ore