Leclerc, Todt e gli ex soci di Grom fondano la start up che produce gelato ipocalorico

Nuova iniziativa nel mondo del gelato per un gruppo di investitori, trasversali dal business del settore allo sport di altissimo livello.
Ceduta nel 2015 l’azienda produttrice di gelato Grom a Unilever – dopo averla fondata nel 2003 – e avviato idee imprenditoriali in altri campi, dal vino ai corsi online, Guido Martinetti e Federico Grom tornano alla ribalta di nuovo insieme per un progetto innovativo ma che affonda le radici nel passato.
L’iniziativa nasce da una richiesta arrivata dal pilota di Formula Uno Charles Leclerc, intenzionato qualche tempo fa ad aprire una gelateria a Montecarlo, sua città natale.
Un’idea che presto si trasforma in un progetto più ambizioso grazie all’amicizia del pilota Ferrari proprio con Martinetti e Grom.
Al centro della nuova impresa un gelato, ancora una volta si torna a quella passione che era diventata azienda di successo, a ridotto contenuto calorico che possa sposare l’amore per il gusto e l’attenzione alla forma fisica che atleti come i piloti devono avere al centro della propria preparazione.
Nasce così Lec e la società omonima che vede soci con il 25% ciascuno i tre citati protagonisti insieme a Nicolas Todt.
“Piano piano l’idea iniziale si è evoluta in una strategia più complessa – racconta Guido Martinetti al Sole24 Ore – e abbiamo ripreso un progetto che a suo tempo avevamo impostato con il nutrizionista della squadra del Milan per realizzare un gelato per sportivi, ma che non andò a buon fine perché il team quell’anno cambiò diversi allenatori in pochi mesi. Il concetto è lo stesso e vuole fare perno su un prodotto ipocalorico che consenta di superare i sensi di colpa e di concedersi una trasgressione a tavola o nel tempo libero, consapevoli del proprio benessere”.
Non è però un prodotto per sportivi ma per chiunque voglia fare attenzione alla propria forma fisica e alla salute. Il prodotto segue infatti indicazioni precise legate a questo tema. Affinché un gelato possa essere considerato “a ridotto contenuto calorico”, è necessario che le calorie siano inferiori di almeno il 30% rispetto ai parametri di riferimento del mercato. “La struttura del gelato di Lec è ottenuta anche grazie a un elevato contenuto di fibre, un nutriente molto importante ma spesso non presente a sufficienza nelle nostre diete. Pur con nomi non sempre noti al pubblico, come polidestrosio e inulina, questi ingredienti sono largamente diffusi e sono ottenuti a partire rispettivamente da mais e cicoria. Infine, per la maggior parte dei gusti disponibili, il gelato di Lec costituisce una buona fonte di proteine” così recita un comunicato.
“Con prove su prove di ricette e di ingredienti abbiamo strutturato un gelato che ha le prerogative del gelato goloso e cremoso con un quantitativo calorie assolutamente ridotto” sottolinea Martinetti.
Da subito la società di nuova costituzione punta all’ambizione internazionale.
“Ci consideriamo una start up – dice Federico Grom, che nella nuova realtà si occupa dell’area commerciale, mentre Martinetti del prodotto, Charles Leclerc è testimonial e a Todt è demandato il ruolo di ampliare l’area di networking internazionale -, al momento partiamo da Italia e Francia con l’obiettivo di vendere quest’anno un milione di prodotti per poi ampliare il mercato in Europa e puntare Oltreoceano”.
Un obiettivo realistico non particolarmente ambizioso, afferma lo stesso Grom. Rimane sempre alta l’attenzione alla qualità, dalle materie prime ai fornitori, anche se oggi l’obiettivo primario è avere valori nutrizionali a contenuto calorico ridotto. E una buona idea di marketing è quella di indicare le calorie, poche, per l’intero barattolo ad un prezzo suggerito di 4,99 euro. “L’investimento iniziale è contenuto – dice Federico Grom, senza sbilanciarsi in cifre -. Tutti insieme abbiamo prodotto la strategia per arrivare a creare il brand e definire strategia globale e realizzare il prodotto con l’approccio gestire attività che nasce come start up con attenzione ai costi e investimenti ben allocati”.

Fonte: Il Sole 24 Ore