
L’economia degli Ai agent: la nuova automazione vale già migliaia di miliardi
Rispetto agli agenti AI che abbiamo visto con OpenAI (Gpts) e Anthropic (Claude Agents), la differenza è chiara. Questi sono performanti su compiti cognitivi: scrittura, analisi documentale, scrittura codice, ragionamento su testi complessi; possono interagire via api con altri sistemi, ma sono meno strutturati per orchestrare task aziendali distribuiti o per agire su database e soluzioni software complesse. Agentforce 3 è pensato invece per integrarsi nell’ambiente aziendale e in questo modo anche può prendere decisioni più autonome, mentre altri agenti più consumer (o prosumer) sono più legati, ancora, a un ruolo di assistente all’umano. Lo stesso valga per gli “AI Agents” che Microsoft sta cominciando a integrare in Copilot Studio.
Siamo in una fase iniziale, immatura del mercato quindi non c’è ancora una categoria omogenea di soluzioni. Amazon Web Services (Aws) forse ha la soluzione più comparabile con Agentforce, Bedrock Agents, un’architettura modulare che permette di orchestrare flussi complessi grazie a un modello “supervisor + sub-agent”. Qui l’enfasi è sull’esecuzione automatizzata di task in ambienti cloud, con possibilità di integrare memorie persistenti, basi dati e strumenti di automazione IT.
Le imprese che già operano su Aws possono creare agenti che gestiscono autonomamente attività come la compilazione di report, l’elaborazione di documenti, la creazione di dashboard o l’invio di alert in caso di anomalie. Il modello replica dinamiche operative reali, come un project manager che coordina team tecnici.
Google, con il suo Vertex AI Agent Builder, ha invece introdotto un framework flessibile per sviluppatori, focalizzato sull’orchestrazione di agenti multipli tramite linguaggi come python e protocolli standard. Rispetto a Vertex, Claude Agents e il suo Workbench è più sperimentale, consente di configurare agenti intelligenti in grado di eseguire analisi, scrivere codice e interagire con dati aziendali tramite api. Il focus, però, resta sul potenziamento cognitivo più che sull’automazione operativa vera e propria.
La scelta dipende molto dalla scala d’azienda.
Per molte pmi, la scelta più comune ora è GPTs di OpenAi con Assistants Api: una porta d’accesso semplice agli agenti, che possono essere impiegati per gestire assistenza clienti, faq, supporto interno su policy aziendali, o per personalizzare esperienze su siti e app. Sono strumenti rapidi da adottare e poco costosi. Grandi aziende probabilmente invece dovrebbero valutare di più le proposte Salesforce e Aws.
Fonte: Il Sole 24 Ore