
Legno-arredo, in arrivo intesa tra Regione Veneto e imprese per la formazione
Si fa più concreta e vicina la firma di un Protocollo d’intesa tra la Regione Veneto e FederlegnoArredo, finalizzato alla promozione di un piano strategico condiviso per la formazione professionale e lo sviluppo di un modello di welfare territoriale dedicato alla filiera legno-arredo.
Veneto seconda regione per il settore
La giunta regionale ha infatti approvato nei giorni scorsi una delibera che sancisce tale accordo, con l’obiettivo di valorizzare una filiera industriale che proprio in Veneto ha alcuni dei suoi distretti produttivi più importanti: basti pensare che Treviso (con 2,2 miliardi di euro di esportazioni nel 2024) è la prima provincia italiana per valore generato all’estero. Seconda solo a quella lombarda, l’industria veneta del legno-arredo conta oltre 6.200 imprese e 45mila addetti, generando un fatturato alla produzione di circa 8 miliardi di euro, secondo i dati elaborati dal centro studi di FederlegnoArredo.
Un territorio forte e innovativo, ma che come molti altri nel nostro Paese scontala carenza di manodopera e, in particolare, di figure professionali specializzate e di competenze adeguate alla rapidità dei cambiamenti innovativi e tecnologici in atto. Da qui l’importanza di un Protocollo di intesa che punta a consolidareil dialogo e la collaborazione tra istituzioni, imprese e mondo della scuola.
Gli obiettivi del Protocollo
«Il Protocollo, della durata triennale, nasce per rafforzare l’incontro tra domanda e offerta di competenze nel settore, facilitare l’inserimento lavorativo di studenti, disoccupati, lavoratori in transizione e soggetti fragili, e sviluppare una rete di hub formativi innovativi, tecnologicamente avanzati e radicati nel territorio – spiega il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin -. È un’urgenza forte di cui dobbiamo farci carico e ringrazio la Regione Veneto e il presidente Zaia per aver colto quanto sia necessario agire velocemente, con obiettivi condivisi in un percorso che vede istituzioni, imprese, enti formativi e chi come noi fa rappresentanza, agire per un obiettivo che non possiamo permetterci di mancare».
Secondo i dati del sistema Excelsior, tra il 2024 e il 2028 si stima un fabbisogno di circa 29mila nuove figure professionali, ma la difficoltà di reperimento supera il 50%, anche per la scarsa corrispondenza tra le competenze disponibili e quelle richieste dalle imprese, ricorda Feltrin.
Fonte: Il Sole 24 Ore