
Legnoarredo, export stabile a marzo. In attesa dei dazi di Trump
Nonostante i continui annunci e contro-annunci (o forse proprio per questo), i dazi statunitensi che Trump ha nuovamente rinviato dal 9 luglio al 1° agosto hanno già sortito un effetto sulle esportazioni di mobili e di prodotti in legno italiano: nel primo trimestre di quest’anno, le vendite verso gli Usa sono infatti aumentate del 3%, dopo il calo dello 0,1% registrato invece nel periodo gennaio-febbraio, forse nel tentativo di anticipare l’applicazione dei dazi annunciati da Trump, che proprio ieri ha firmato l’ordine esecutivo che estende la scadenza dal 9 luglio al primo agosto
Le attese per il mercato Usa
Un effetto tutto sommato atteso, come spiega Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, che ha diffuso i dati sull’export del settore tra gennaio e marzo di quest’anno, che indicano un -0,4% complessivo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e un +0,1% a marzo rispetto a marzo 2024.
Così come, viceversa, le aziende si attendono probabilmente un rallentamento del mercato Usa nei mesi successivi, sia per un rimbalzo di questa “scorpacciata” (i rivenditori hanno fatto incetta di prodotti per garantirsi scorte ai prezzi attuali ma ora dovranno esaurire queste scorte), sia come conseguenza dei dazi che saranno applicati, sia per effetto della svalutazione del dollaro, che vale ormai il 13,5% e riduce il potere d’acquisto degli americani.
In cerca di nuovi mercati
Non resta che volgere lo sguardo altrove e continuare a investire per sviluppare e consolidare o rilanciare altri mercati. Ma quali? «La situazione non è facile – dice Feltrin commentando i dati dull’export di marzo -: l’Europa è ancora in affanno, con Francia e Germania, i nostri partner principali, che arretrano, in parte compensati dal buon andamento della Spagna, che segna un +7,4%, e del Regno Unito, che cresce del 3,3%».
Vanno molto bene gli Emirati Arabi Uniti, che segnano un +11% da aggiungere all’ottima performance del 2024 (+25%), ma i numeri di questo mercato rimangono ancora piccoli. Così come piccoli sono i numeri di un altro Paese potenzialmente strategico, l’India, ma che presenta ancora molti problemi: «Il gusto dei consumatori è ancora lontano da quello del nostro design – osserva Feltrin – ed è un mercato complesso dal punto di vista della distribuzione, dove oltretutto esiste già un sistema di dazi doganali». Inoltre, dal prossimo febbraio dovrebbe entrare in vigore una nuova certificazione (il Furniture Quality Control Order) che impone una serie di standard ai mobili in ingresso nel Paese, creando di fatto un dazio non tariffario che non aiuterà certo l’export di arredo italiano.
Fonte: Il Sole 24 Ore