Legnolandia capocordata nella ricostruzione di case

Legnolandia capocordata nella ricostruzione di case

I punti chiave

  • L’Italia è Paese leader nel settore del recupero e riutilizzo del legname
  • De Santa:
  • Danneggiati almeno 3 milioni di ettari di foreste e almeno 300mila case

La ricostruzione in Ucraina è un tema di grande complessità politica, in cui il confronto tra i leader politici rimane vibrante. Vi sono però altre questioni che con un eufemismo potremmo definire “collaterali”: la ricostruzione delle case è una delle prime emergenze sociali anche perché in Ucraina si contano 3,7milioni di sfollati.

Le imprese italiane presenziano alle Conferenze internazionali sulla ricostruzione con una solida expertise, oltre che con una storia segnata da eccellenti livelli di competitività. La “cordata” più accreditata è quella guidata da Legnolandia, a Forni di Sopra, in provincia di Udine, di cui è presidente Marino De Santa. Sempre friulani gli altri partner, il Gruppo Fantoni, guidato da Paolo Fantoni, leader europeo di pannelli truciolari, Rete imprese Carnia e Legno arredo Friuli Venezia Giulia. Una ventina di imprese ben posizionate nel fronteggiare la concorrenza di americani, canadesi, norvegesi, svedesi, belgi e austriaci.

“Il progetto verrà presentato in queste ore – spiega De Santa – alla Conferenza internazionale in corso a Roma. Ci sono diversi panel tra cui “strade”, “energia”, “trasporti”; noi ci possiamo occupare della ricostruzione di piccoli paesi e aree remote e foreste distrutte in un Paese di grande estensione quale è l’Ucraina”. Alcuni numeri danno conto delle necessità di un Paese afflitto dai anni di bombardamenti: le case rurali distrutte o danneggiate sono moltissime, tra 300mila e 600mila. Oltre alle abitazioni sarà necessario ricostruire le scuole e i villaggi rurali. L’Ucraina possiede 10 milioni di ettari di foreste, il 15% del suo territorio : i danni determinati dalla guerra hanno colpito 3 milioni di ettari di foreste. Una quantità compresa tra 200 e 400 milioni di metri cubi di alberi caduti rischia di andare perduto.

Le imprese italiane, va ricordato, sono leader mondiali nel recupero e nel riuso del legno. Una tradizione rafforzata dalla bassa disponibilità di materie prime che favorisce l’attivazione di un’economia circolare. Paolo Fantoni racconta al Sole-24Ore che l’idea è quella di portare il legno devastato e poi procedere con le lavorazioni di bio-edilizia. Il trasporto potrebbe avvenire tramite la ferrovia, dato che le distanze tra il Friuli e l’Ucraina sono assolutamente affrontabili. “Sarebbe importante – spiega Fantoni – definire in tempi brevi chi fa cosa, in modo da avere una potenziale programmazione per realizzare le case”.

Fonte: Il Sole 24 Ore