
L’Elba coniuga letteratura e sguardo contemporaneo
Si è conclusa sabato scorso (6 settembre 2025) la 53a edizione del Premio letterario internazionale Isola d’Elba – Raffaello Brignetti, di cui sono risultati vincitori Sandro Veronesi con il romanzo Settembre nero (La nave di Teseo, decretato anche super-vincitore), Vittorio Lingiardi con il saggio Corpo, umano (Einaudi) e Sandra Petrignani con il romanzo Autobiografia dei miei cani (Feltrinelli).
Il Premio, di cui sono presidente della giuria dal 2024, nacque nel 1962, quando un gruppo di letterati toscani animato da Geno Pampaloni e Rodolfo Doni lo fondò con l’intento di immaginare l’Isola d’Elba quale «utopia culturale» in grado di esprimere grandi ideali attraverso i libri e l’esperienza del mare. «Le cose più importanti al mondo si realizzano grazie alla cultura» aveva detto Napoleone Bonaparte arrivando all’Elba nel 1814 e portando con sé 146 volumi scelti personalmente dalla biblioteca di Fontainebleau, nucleo fondativo della sua raccolta libraria.
La lista dei vincitori fu inaugurata da Alfonso Gatto con il libro Carlo Magno nella grotta, a cui sono seguiti, tra gli altri, Heinrich Böll (Opinioni di un clown, 1965) e Tommaso Landolfi (Racconti impossibili, 1966), Eugenio Montale (Fuori di casa, 1969) e Mircea Eliade (Nozze in cielo, 1984), Mario Tobino (Il Maniconio di Pechino, 1990), Mario Luzi (Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini, 1994) e Fosco Maraini (Case, amori, universi, 2000), Muriel Spark (Invidia, 2005) e Benedetta Tobagi (Come mi batte forte il tuo cuore, 2010), Francesca Melandri (Più alto del mare, 2012) e Domenico Starnone (Scherzetto, 2017), Paolo Giordano (Tasmania, 2023) e Antonio Franchini (Il fuoco che ti porti dentro, 2024).
«Quelle barche di carta che sono i libri restano i vascelli più affidabili per affrontare i mari di una contemporaneità tanto drammaticamente complessa, per riaffermare ancora una volta la responsabilità della parola e della scrittura» affermava Ernesto Ferrero, vincitore del premio Elba nel 2003 (con il saggio Lezioni napoleoniche) e presidente della giuria fino al 2023. Ferrero è stato legatissimo all’Isola d’Elba, che considerava la propria patria d’elezione, alla quale ha dedicato il suo romanzo più famoso, N. (2000, Premio Strega), rievocazione dei trecento giorni dell’esilio e del principato di Napoleone sull’isola (4 maggio 1814 – 26 febbraio 1815) attraverso gli occhi e le parole del suo bibliotecario. Per Giuseppe Pontiggia «uno dei romanzi più felici» del Duemila.
Il Premio è intitolato a Raffaello Brignetti, che dal racconto d’esordio Il grande mare ha creato un’epopea marina tra le più significative della nostra letteratura, culminata nei romanzi Il gabbiano azzurro (Premio Viareggio 1967) e La spiaggia d’oro (Premio Strega 1971), eleggendo il mare a specchio metaforico delle sfide della vita. È nella scia di questa illustre tradizione (di cui è parte anche lo scrittore elbano Oreste del Buono) che il Premio Elba propone esempi di letteratura che coniughino nella migliore qualità etica ed estetica.
Fonte: Il Sole 24 Ore