L’estate nera dei taxi: più di un terzo dei romani e dei milanesi in coda per un mezzo spesso introvabile

L’estate nera dei taxi: più di un terzo dei romani e dei milanesi in coda per un mezzo spesso introvabile

Un’altra estate nera per la mobilità con auto pubbliche in città. Il 36,5% degli italiani, soprattutto su Roma e Milano, racconta di avere sperimentato attese eccessive agli stalli per avere un’auto bianca disponibile. Gli insoddisfatti del servizio si suddividono in dettaglio tra chi non ha trovato nessun veicolo disponibile (17,3%), tra chi ha atteso tra 15 e i 30 minuti (11,9%), e chi è arrivato a superare anche la mezz’ora nella speranza di veder spuntare un’auto bianca (7,3%). Nel complesso, più del 70% dice di essersi trovato almeno una volta nell’impossibilità di trovare un taxi (o un Ncc) disponibile. Infine, come è logica conseguenze, il 61% dei cittadini chiede una riforma del sistema del trasporto non di linea e quasi sei su dieci insistono sull’urgenza di una riforma.

Il sondaggio Muoviti Italia

È una fotografia impietosa quella che emerge dall’ultimo sondaggio di Muoviti Italia, la coalizione nata quest’anno che raccoglie imprese, associazioni e operatori della mobilità. L’indagine, condotta tra giugno e luglio scorsi su un campione di 500 persone, principalmente nella Capitale e nel capoluogo lombardo, dove operano la stragrande maggioranza dei 23mila taxi italiani, evidenzia in modo chiaro un disagio diffuso che va oltre la cronaca quotidiana delle attese interminabili. Il livello medio di soddisfazione si ferma a 2,9 su 5: una pagella insufficiente che mette a nudo un sistema in difficoltà strutturale.

All’estero meglio di noi

Il confronto con l’Europa accentua il ritardo italiano. L’86,5% degli intervistati ha utilizzato servizi on-demand in altre città del continente e il 56,7% li giudica migliori, sottolineando la maggiore disponibilità di veicoli, la semplicità delle app di prenotazione, tariffe più trasparenti e regole più moderne. Solo il 22,5% considera peggiori i servizi esteri rispetto a quelli nazionali. Il divario è reso ancora più evidente dalle testimonianze raccolte: richieste di più licenze, liberalizzazione del mercato, strumenti digitali efficienti, pagamenti elettronici garantiti, una copertura più ampia nelle ore critiche. Sono i tasselli di un mosaico che rimanda a una questione di sistema.

Pressing per una riforma

“I risultati di questa indagine lanciano un messaggio chiaro: l’attuale sistema di trasporto on-demand in Italia non è in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini – osserva Andrea Giuricin, portavoce di Muoviti Italia -. La scarsa disponibilità di mezzi, le attese eccessive e il divario rispetto ai servizi europei mostrano l’urgenza di una riforma strutturale che apra il mercato, modernizzi le regole e garantisca a tutti soluzioni di mobilità efficienti, accessibili e a prezzi equi. È il momento di ascoltare i cittadini e dare al Paese una mobilità all’altezza delle sue esigenze e delle sue ambizioni”.

Fonte: Il Sole 24 Ore