
Letta: «Il completamento del mercato unico nel 2028 ultima chance per la Ue»
Mi sembra che siamo partiti con il piede giusto. La presidenza di turno, in mano alla Danimarca, ha convocato una riunione ministeriale per il 29 settembre a cui sono stato invitato. L’obiettivo è di dare una accelerazione al completamento del mercato unico. La presenza danese alla guida del Consiglio è una ottima cosa perché la Danimarca, che per anni ha scelto formule di opting out dal processo di integrazione, è oggi tra i paesi più ferventi sostenitori del mercato unico.
Solitamente la debolezza dei paesi membri non è foriera di maggiore integrazione. Ma il contesto internazionale è in piena rivoluzione. È possibile che le debolezze nazionali possano paradossalmente indurre a maggiore unità tra i Ventisette?
In parte, è ciò che già sta accadendo. Noto che molti paesi guardano con favore sempre più evidente alla possibilità di creare un 28mo ordinamento per le aziende europee (senza armonizzare i regimi nazionali esistenti, ma creandone uno ex novo, ndr) . È il metodo giusto, molto pragmatico. Evita la lotta ideologica tra bandiera nazionale e bandiera europea. Non è in discussione la cancellazione dei diritti nazionali. La questione è di costruire una specie di fast-track che a livello europeo permetta di essere più efficaci, più competitivi e di semplificare le regole. È il metodo per consentire a molti di essere europeisti senza essere costretti a fare espressioni di fede nei confronti dell’Europa.
C’è in effetti crescente consapevolezza che nell’era dei predatori nessun paese europeo sia capace di resistere da solo.
Lei avrà notato che sono scomparsi da tutti i paesi i dibattiti politici sull’ipotesi di lasciare l’Unione o l’euro. Frexit, Italexit, Dexit. Nessuno ne parla più. Neppure in Francia. Non dimentichiamoci che il paese accettò l’euro con una maggioranza risicatissima, 51 a 49%, nel referendum del 1992. In fondo l’euro, il mercato unico, l’Europa sono diventati incontournables (indispensabili, ndr). C’è un consenso di fondo attorno ai grandi strumenti dell’Europa – l’euro e il mercato unico – sia tra i governi sia tra i cittadini che non c’era mai stato (confermato dall’ultimo Eurobarometro, ndr). Questo è un fatto positivo. Ho molto apprezzato il discorso del presidente Sergio Mattarella a Cernobbio. Non è il momento di piangerci addosso. Non c’è una alternativa. Non è possibile immaginare che i singoli paesi facciano per conto loro nell’era di Donald Trump e Vladimir Putin.
Fonte: Il Sole 24 Ore