L’exploit di Sanseito scuote la politica giapponese, possibile svolta populista

L’exploit di Sanseito scuote la politica giapponese, possibile svolta populista

Tra i protagonisti più sorprendenti delle recenti elezioni in Giappone c’è Sanseito, partito populista di destra che ha conquistato 14 seggi nella Camera alta, diventando una delle forze emergenti del nuovo scenario politico. La consultazione ha sancito una svolta storica: per la prima volta dalla sua fondazione nel 1955, il Partito Liberal Democratico (Ldp) e il suo alleato Komeito hanno perso la maggioranza in entrambe le Camere del Parlamento. Un risultato che riflette la crescente insoddisfazione degli elettori verso la gestione economica e migratoria del governo guidato da Shigeru Ishiba.

“Prima il Giappone” e ispirazione Maga

Fondato nel 2020 durante la pandemia, Sanseito ha inizialmente attirato attenzione grazie a video su YouTube dal contenuto complottista, soprattutto contro vaccini e mascherine. Negli anni, ha progressivamente costruito un’agenda politica incentrata sul nazionalismo e su un programma “Japanese First” in stile Maga, che promette di proteggere il Giappone da quella che definisce “un’invasione silenziosa di stranieri”. A questo si aggiungono proposte populiste come il taglio alla tassa sui consumi e maggiori sussidi per le famiglie. Il messaggio ha trovato terreno fertile tra i giovani conservatori e tra ex elettori insoddisfatti dell’Ldp, sfruttando abilmente la frustrazione diffusa verso l’establishment.

Trumpiano dalle posizioni divisive

Alla guida del partito c’è Sohei Kamiya, 47 anni, ex riservista delle Forze di autodifesa ed ex esponente Ldp, sostenuto a suo tempo da Shinzo Abe. Dopo aver perso la corsa nel 2012, Kamiya ha intrapreso un percorso autonomo culminato nella fondazione di Sanseito. Autodefinitosi ispirato da Donald Trump, è noto per i suoi toni incendiari e le posizioni controverse: ha criticato le politiche di parità di genere, accusato le multinazionali di manipolare la politica giapponese e promesso di difendere il paese dalla “colonizzazione” straniera.

Nonostante la retorica radicale, Kamiya ha cercato di attenuare alcune delle sue affermazioni dopo il voto, dichiarando che la linea nazionalista del partito non punta a “bandire completamente gli stranieri”, ma a garantire una “coesistenza ordinata e armoniosa”. Resta però una figura altamente divisiva, anche a causa della sua capacità di mobilitare consensi attraverso una macchina mediatica ben organizzata, soprattutto online. Dopo il successo elettorale, ha dichiarato l’obiettivo di portare Sanseito a “50 o 60 seggi” nei prossimi appuntamenti elettorali, con l’intento dichiarato di trasformare il suo programma in legge.

Fonte: Il Sole 24 Ore