
L’Ia spinge il consumo di energia, e la domanda raddoppia ogni 100 giorni
L’intelligenza artificiale spinge il consumo di energia, e la domanda raddoppia ogni 100 giorni. È, come ricostruisce in un servizio l’Ansa, quanto emerso nel corso del vertice “Ai for Good” che questa settimana riunisce a Ginevra gli esperti di oltre 40 istituzioni delle Nazioni unite.
Potenziale immenso e alto consumo energetico
E proprio a Ginevra è stato ribadito che “tanto è immenso il potenziale dell’intelligenza artificiale”, quanto “è altrettanto alto il consumo di energia”. Da qui la necessità di porre un freno «perché esercita una pressione crescente su sistemi energetici globali, risorse idriche e minerali critici sollevando preoccupazioni sulla sostenibilità ambientale».
Domanda raddoppia ogni 100 giorni
Per ridurre l’impronta energetica, «la domanda di energia dell’IA – è stato sottolineato – raddoppia ogni 100 giorni man mano che questi strumenti diventano parte integrante della vita di tutti i giorni», dall’Onu la è stata avanzata la proposta di «porre a questi sistemi domande più brevi e di utilizzare modelli più piccoli e più specifici che potrebbero ridurre il consumo di energia fino al 90% senza sacrificare le prestazioni». Una soluzione, «a cui stanno già pensando i principali attori del settore». Una delle opzioni suggerite e auspicate dallo studio dell’Unesco, per ridurre il consumo di energia dell’Ia, è quella di «un taglio dei suggerimenti da 300 a 150 parole».
Consumi elevati
«Solo per fare un esempio, ogni richiesta inviata a ChatGpt – si legge nel servizio – consuma in media 0,34 Wh di elettricità, ovvero tra 10 e 70 volte una ricerca su Google. Il chatbot riceve circa un miliardo di richieste al giorno che corrispondono a 310 GWh all’anno, equivalenti al consumo annuo di elettricità di tre milioni di persone in Etiopia». A giocare un ruolo ci sono anche i big della tecnologia che oltre un anno fa «hanno anche sottoscritto la Raccomandazione dell’Unesco sull’etica dell’intelligenza artificiale impegnandosi nella protezione dei diritti umani durante la progettazione, lo sviluppo, l’acquisto, la vendita e l’utilizzo dell’IA».
La segretaria dell’Itu
Per Ginevra Doreen Bogdan-Martin, segretaria generale dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU), come ricostruito nel servizio, «preoccupa che il fatto l’85% degli stati membri dell’organizzazione non abbia una politica sull’IA e che vengano lasciati ancora più indietro i 2,6 miliardi di persone nel mondo che non hanno accesso a Internet. Per questo l’ITUsi impegna a favore di una governance inclusiva, radicata nelle esigenze locali e sostenuta da standard tecnici condivisi».
Fonte: Il Sole 24 Ore