Libro bianco dei musei, in 27 anni 1 miliardo di visitatori
Cresce nel tempo l’attrattività dei musei statali italiani che, dal 1996 al 2023, hanno accolto in circa 450 plessi più di 1 miliardo di visitatori, di cui il 47% a pagamento, generando ricavi complessivi per circa 4,4 miliardi di euro. L’85% di questi risultati si concentra tuttavia principalmente in 25 grandi soggetti con i primi tre – Parco Archeologico del Colosseo, Gallerie degli Uffizi e Area archeologica di Pompei – a rappresentare oltre la metà del totale dei visitatori e dei ricavi. Sono alcuni dei principali risultati indicati nel Libro Bianco dei Musei Statali Italiani, nato da un progetto di MondoMostre in collaborazione con il Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università Roma Tre, che raccoglie i risultati di una ricerca inedita sulla performance dei musei statali italiani nell’arco temporale compreso tra il 1996 e il 2023. Fondamento operativo della ricerca è il nuovo database dei Musei Statali Italiani, sviluppato da MondoMostre, che integra in un’unica piattaforma open accessi dati sui visitatori e incassi da biglietterie, clienti e ricavi da servizi aggiuntivi, royalties dei concessionari – pubblicati ogni anno dall’Ufficio di Statistica del MiC – con le serie storiche Istat (2008-2024) su turismo e popolazione.
Tutti i numeri
Dalla ricerca emerge come il sistema museale italiano sia interessato da un generale andamento positivo, con una crescita dei visitatori (+4,70 l’incremento medio annuo) e un aumento degli introiti nel tempo che passano da 52,7 milioni di euro prodotti nel 1996 a più di 313 milioni di euro nel 2023. Su anche i ricavi da biglietteria, anche in forza dell’aumento medio annuo dei biglietti di ingresso, in particolare dal 2015 con l’avvento dell’autonomia gestionale dei grandi plessi. Restano invece indietro i musei minori che registrano ricavi annui di biglietteria ben al di sotto della soglia di sostenibilità economica di una biglietteria fisica. Come spiegato dalla professoressa Laura di Pietro, curatrice del volume insieme alla collega Flaminia Musella nel corso della presentazione del Libro Bianco al MiC, sui circa 4,4 miliardi di ricavi totali, 3,4 miliardi provengono dalla biglietteria e 961 milioni dai servizi aggiuntivi (offerti ai visitatori dal 1998).
Ricadute dall’autonomia
Restringendo il campo, sino al 2019 (anno precedente la pandemia) sono arrivati 924 milioni dai servizi aggiuntivi con bookshop e prevendite a fare la parte del leone producendo il 65% dei ricavi. «Sono servizi spesso affidati a operatori privati – ha osservato l’economista – e questo limita la portata dei ricavi per lo Stato che riceve nelle sue casse solo le royalties corrisposte dai privati, in media il 13% degli incassi». I plessi che dal 2014 in poi sono dotati di autonomia gestionale e di bilancio comprendono quasi tutti i grandi attrattori e rappresentano la maggior parte dei visitatori e dei ricavi del sistema italiano. Le analisi messe in campo dal Libro Bianco dimostrano come l’acquisizione dell’autonomia da parte di alcuni musei – come, ad esempio, il Museo archeologico di Napoli – abbia significato una crescita positiva, in termini di flussi di visitatori e ricavi da biglietteria, e superiore rispetto ai plessi non autonomi.
Mollicone: si cresce con la comunità
«Il progetto dimostra che la cultura è un patrimonio vivo che cresce con la partecipazione di tutta la comunità», ha osservato Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera. Ed in questo senso si muove la riforma “Italia in scena” (che ha avuto il via libera dell’aula di Montecitorio) che, ha ricordato, prevede la creazione di una “Anagrafe digitale degli istituti, dei luoghi della cultura e dei beni culturali di appartenenza pubblica”, strumento il cui obiettivo è mappare in modo organico il patrimonio culturale del Paese per renderlo più accessibile e valorizzabile.
Fonte: Il Sole 24 Ore