Limoneti di Amalfi: eccellenza agricola patrimonio Fao

Limoneti di Amalfi: eccellenza agricola patrimonio Fao

I limoneti e il sistema agricolo di Amalfi su ripidi pendii sono stati riconosciuti tra i “Sistemi di Patrimonio Agricolo di Importanza Globale’ (Giahs) dalla Fao nell’anno del suo 80º anniversario; si tratta di una delle tre nuove designazioni che mettono in risalto l’agrobiodiversità, le conoscenze tradizionali e il patrimonio culturale di un luogo.

Le altre due new entry sono in Giappone: un’ex miniera di sabbia ferrifera trasformata in un allevamento agro-silvo-pastorale nell’area di Okuizumo e un paesaggio di agrumeti terrazzati delimitati da muretti a secco nella regione di Arida-Shimotsu.

Tre nuove iscrizioni nella rete globale dei sistemi agricoli di rilevanza mondiale che porta a 102 i siti insigniti in 29 Paesi, con il Giappone che vanta 17 designazioni mentre l’Italia arriva a quota tre, insieme agli ulivi di Assisi e Spoleto e i vitigni del Soave del 2018. Si tratta di sistemi dinamici e resilienti, custodi di una ricca agrobiodiversità, di saperi tradizionali, di culture e paesaggi preziosi, gestiti in modo sostenibile da agricoltori, pastori, pescatori e comunità forestali, che contribuiscono ai mezzi di sussistenza locali e alla sicurezza alimentare. “Ogni sito – dichiara Kaveh Zahedi, direttore dell’Ufficio Fao per il Cambiamento Climatico, la Biodiversità e l’Ambiente – testimonia l’ingegno e la resilienza delle comunità rurali e agricole, mostrando pratiche sostenibili attentamente mantenute e adattate nel corso delle generazioni”.

Sono diverse le motivazioni che hanno portato al riconoscimento mondiale di Amalfi, dove comunità agricole secolari hanno modellato un paesaggio unico fatto di limoneti, uliveti e vigneti affacciati sul mare. L’iconico limone “Sfusato Amalfitano” viene coltivato sotto pergolati di castagno, con tecniche manuali e raccolto dai cosiddetti contadini volanti, termine che richiama la loro abilità nel camminare e bilanciarsi sui pergolati durante la raccolta. Unici poi i terrazzamenti in pietra a secco che prevengono l’erosione, stabilizzano il terreno e regolano acqua e temperatura. Su un ettaro si possono contare fino a 800 alberi di limone, con rese fino a 35 tonnellate, ottenute con pratiche a basso impatto e senza pesticidi. Il territorio ospita, inoltre, oltre 970 specie vegetali, inclusa flora mediterranea rara. Le donne svolgono un ruolo fondamentale, contribuendo al lavoro agricolo e alla trasmissione delle tradizioni.

Fonte: Il Sole 24 Ore