L’industria delle macchine per la carta sfila a Lucca

L’industria delle macchine per la carta sfila a Lucca

L’industria italiana delle macchine per la carta si riunisce alla fiera Miac (dall’8 al 10 ottobre 250 espositori internazionali) di Lucca, uno dei distretti più importanti al mondo per il settore cartario, forte dei brillanti risultati del 2024-2025, che hanno permesso di recuperare il terreno perduto nel periodo Covid e di conquistare nuovi mercati (il settore esporta il 95%). In particolare il segmento delle tecnologie per la carta igienica e per uso domestico (asciugatutto, tovaglioli, fazzoletti), il cosiddetto tissue in cui è specializzato il distretto lucchese, è cresciuto in Sud America e in Centro America e ha tenuto in Europa e in Usa. Nel 2026 si punta a consolidare i risultati.

Il distretto

«I dazi americani non ci fanno paura – ha spiegato aprendo il salone Giovanni Gambini, coordinatore del gruppo Meccanica per la carta di Confindustria Toscana nord – perché gli americani, se vogliono produrre carta igienica, devono venire a comprare da noi. Le tecnologie italiane sono leader nel mondo nel segmento del converting (le macchine per trasformare le bobine-madri in prodotti di carta d’uso comune, ndr)».

Il distretto lucchese delle macchine per la carta – un centinaio di aziende con tremila occupati e circa 900 milioni di fatturato – sta continuando a investire (anche) sul fronte produttivo: proprio Gambini (80 milioni di ricavi 2025, per il 95% all’export) ha appena aperto uno stabilimento di 3.500 mq a Joinville, in Brasile. L’investimento è stato di 10 milioni di euro, gli addetti per adesso sono una ventina ma aumenteranno. L’obiettivo è produrre per il mercato sudamericano, evitando così i pesanti dazi applicati dal Brasile.

L’innovazione

Sul fronte della ricerca e sviluppo, invece, gli sforzi del distretto lucchese si concentrano su risparmio energetico, sicurezza dei lavoratori, riduzione del rumore e spinta all’automazione per ridurre i rischi. L’energia resta in testa alle preoccupazioni sia dei costruttori che dei loro clienti, le aziende cartarie, che insieme hanno lanciato l’ennesimo allarme all’apertura del Miac: “Il settore cartario, che in Italia impiega 19mila addetti e genera 8,3 miliardi di euro di fatturato, è in grave difficoltà a causa dei costi energetici più alti d’Europa”, ha detto il presidente di Assocarta, Lorenzo Poli. “Gli impianti, energivori per natura, rischiano di fermarsi mentre il Paese perde competitività”, ha aggiunto.

Fonte: Il Sole 24 Ore