L’industria lombarda si riprende – Il Sole 24 ORE

L’industria lombarda si riprende – Il Sole 24 ORE

 Dati che tuttavia non spingono le imprese a modificare in modo radicale le proprie aspettative, che restano deboli, persino in peggioramento rispetto allo scorso trimestre, soprattutto per quanto riguarda la domanda interna. Il saldo tra ottimisti e pessimisti resta in generale in passivo per le principali variabili con la sola eccezione dell’occupazione.

Le maggiori criticità per le imprese riguardano in primo luogo l’aumento dei dazi e le possibili ripercussioni sulle esportazioni, e a seguire i rischi geopolitici. In senso positivo, invece, le migliori opportunità sono associate al calo dei costi delle materie prime.

I commenti

«La manifattura lombarda oggi è chiamata a rispondere alle tante criticità del momento: un quadro geopolitico instabile, il rallentamento di partner strategici chiave, l’entrata in vigore di dazi sono tutti elementi che pesano enormemente sulla produzione – ha specificato Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia – Nonostante ciò, i dati di oggi ci dimostrano che il tessuto imprenditoriale è solido e bastano piccoli miglioramenti per dare nuovo impulso alla crescita. Tanto è già stato fatto su questo fronte grazie a Regione Lombardia e al Sistema camerale ma occorrono ulteriori sforzi per migliorare l’accesso a nuovi mercati esteri, formare personale specializzato e ottimizzare le catene di fornitura».

«Bene i dati della manifattura lombarda, rappresentano un segnale positivo, anzi molto positivo; – ha aggiunto Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico Regione Lombardia – adesso è importante consolidare la ripresa sperando che la situazione geopolitica internazionale migliori, ripristinando così un clima di fiducia nel futuro”.

 «In una fase di grande instabilità le imprese lombarde, in controtendenza rispetto all’andamento nazionale ed europeo, mostrano di sapere cogliere i mutamenti adattandosi ai nuovi scenari. In attesa di conoscere gli effetti delle politiche tariffarie statunitensi sulle filiere lombarde, a preoccupare gli imprenditori sono l’irrisolto nodo del caro energia e della sicurezza energetica, oltre alla prolungata crisi della Germania (-0,3% PIL rispetto al trimestre precedente). – ha spiegato Giuseppe Pasini, Presidente di Confindustria Lombardia – Con una domanda globale di energia aumentata del 2% nel 2024, risolvere il nodo della sicurezza energetica italiana ed europea è essenziale per ridurre il differenziale con i competitor e garantire competitività. L’auspicio di Confindustria Lombardia è che, anche a seguito del nuovo equilibrio commerciale sulle tariffe, le imprese ritrovino stabilità e certezze. Adesso è cruciale che le istituzioni europee tornino a supportare l’industria, eliminando i ‘dazi interni’: se guardiamo al settore simbolo della crisi industriale europea, l’automotive, la gestione fallimentare da parte della Commissione Europea dal 2019 ha comportato per il comparto italiano una diminuzione dei volumi pari al 15,8%. Come dimostrano USA e Cina, solo con un sistema produttivo forte, innovativo e tutelato, che si muove in sinergia con il livello normativo e istituzionale, l’Europa potrà ritrovare centralità economica e politica».

Fonte: Il Sole 24 Ore