
L’Inter, la parabola di Suning e la ri-nazionalizzazione dell’economia cinese
Nella parabola della famiglia Zhang, ex proprietaria dell’Inter, si aggiunge un nuovo capitolo. Dalla Cina è da poco arrivata la notizia che tre holding riconducibili a Zhang Jindong, fino a un lustro fa uno degli uomini più potenti del paese e molto vicino al Presidente Xi Jinping, regolarmente invitato al Congresso nazionale del Popolo, hanno avviato una procedura di crisi aziendale finalizzata alla ristrutturazione dei debiti. Il 7 febbraio scorso, il National Enterprise Bankruptcy Reorganization Case Information Network ha annunciato che la Corte Centrale di Nanchino il 26 gennaio 2025 ha accettato la richiesta di riorganizzazione fallimentare da parte di Suning Appliance Group, Suning Holdings Group e Suning Real Estate Group e che nelle prossime settimane andranno in scena i primi incontri con i creditori. In particolare, si tratta di due holding attraverso cui Zhang Jindong controlla una piccola percentuale in Suning.com – Suning Appliance Group (1,4%) e Suning Holdings Group (2,75%) – mentre Zhang controlla direttamente il 17,7% di Suning.com. Inoltre, Suning Holdings Group è la holding attraverso cui la famiglia Zhang controllava circa il 70% del club nerazzurro.
Suning.com
Suning.com è la principale società del gruppo Suning e della galassia degli Zhang. Oggi il maggiore azionista è Taobao, che detiene il 20%. Gli altri azionisti sono il fondo statale Jiangsu Xinxin Retail Innovation Fund Phase II che detiene il 17% e Jiangsu Xinxin Retail Innovation Fund che ha in portafoglio il 5,6%.
Suning.com, dopo alcuni anni di profonda crisi, nel 2023, a fronte di un calo del fatturato rilevante ha visto ridursi le perdite. La società ha registrato in effetti ricavi pari a circa 8 miliardi di euro (nel 2022 erano pari a 9,4 miliardi di euro, nel 2021 a 18,3 miliardi e nel 2020 a 33 miliardi). La perdita netta di Suning.com nel 2023 è stata di 525 milioni rispetto ai 2,1 miliardi del 2022 e ai 5,5 miliardi del 2021.
«Escludendo l’impatto della svalutazione dell’avviamento, delle perdite sugli investimenti delle società collegate, dello storno delle imposte sul reddito differite, della svalutazione dei beni accantonati e delle spese una tantum dovute alla interruzione delle attività operative rilevanti – si legge nel bilancio – la perdita netta della società nel 2023 sarebbe di 131 milioni di euro».
L’epoca d’oro
E pensare che all’inizio degli anni Dieci la crescita di Suning, fondata nel 1990, sembrava inarrestabile. Nel 2020, Suning Holdings Group si classificava al secondo posto tra le prime 500 imprese non statali in Cina con un fatturato annuo di 665,259 miliardi di RMB (97 miliardi di dollari) ed era al primo posto in Cina nella categoria della vendita al dettaglio su Internet. Suning.com, la principale consociata, dal 2017 al 2020 veniva inserita nella classifica Fortune Global 500. La famiglia Zhang che aveva costruito un impero con una catena di prodotti per la casa con oltre 1.600 punti vendita in tutto il Paese, in quegli anni era altresì impegnata in una campagna di espansione in altri settori, ramificandosi in un una catena di società specializzate nel comparto finanziario (Suning Financial Services, Suning Bank e Suning Consumer Finance), immobiliare/commerciale e nel business sportivo (Suning Sports).
Fonte: Il Sole 24 Ore