Lo spazio architettonico rende i materiali protagonisti dell’abitare

Lo spazio architettonico rende i materiali protagonisti dell’abitare

Lo spazio architettonico non è mai neutro. È una dimensione in continuo movimento, che prende forma e significato a seconda della scala con cui lo si guarda. Può essere il dettaglio di un prodotto o di una finitura che definisce l’identità di una stanza, può essere l’appartamento inteso come intreccio di funzioni diverse e di ambienti che dialogano tra loro, può essere il condominio come luogo di relazione tra spazi privati e comuni, oppure il palazzo inserito nella città e nel paesaggio, chiamato a confrontarsi con la natura, con l’ambiente circostante e con la trama urbanistica. In ognuno di questi livelli la ceramica si conferma come materiale centrale, capace di adattarsi e dare identità agli spazi, di caratterizzare interni e terrazzi, di accompagnare i passaggi negli spazi comuni, nei giardini, lungo i marciapiedi e persino nelle facciate esterne.

 Di quale “intimità” dell’abitare possiamo parlare oggi?
Lo storico dell’architettura Fulvio Irace, Professore emerito di Storia dell’Architettura e del Design del Politecnico di Milano e già visiting professor alla Princeton University, ha posto al centro della sua riflessione critica il tema dell’intimità della casa e di come questo concetto sia mutato nel tempo e continui a farlo nell’epoca dei social media. Questo si muove lungo un asse problematico che oscilla tra conquista e perdita: se in passato la “stanza tutta per sé” rappresentava un rifugio privato e inviolabile, oggi la dimensione domestica tende sempre più a esporre sé stessa. Da un lato cresce l’attenzione verso la tutela della privacy, dall’altro si assiste a una progressiva apertura dell’intimità familiare al giudizio pubblico, segno di un cambiamento profondo nel nostro modo di vivere lo spazio abitato. Di questo parlerà lo stesso Irace in occasione della Lezione alla Rovescia, un incontro dedicato agli studenti delle scuole superiori che si tiene venerdì 26 settembre alle ore 10.00 all’interno di Cersaie, il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno che si terrà presso gli spazi del quartiere fieristico di Bologna dal 22 al 26 settembre 2025.

Lo spazio sociale è relazionale
L’architettura, intesa come manifestazione fisica delle relazioni sociali, trascende anche i confini degli edifici. È questo il focus, per esempio, del lavoro dello studio DS+R di
Elisabeth Diller a New York. Visionaria e pionieristica, Diller è stata inserita nel 2018 tra le cento persone più influenti al mondo dalla rivista Time e nel 1999 è stata la prima a ricevere la prestigiosa fellowship della MacArthur Foundation per l’architettura e la progettazione ambientale. Le opere firmate DS+R hanno ripensato il ruolo dello spazio pubblico e sfidato le convenzioni architettoniche e sociali, con progetti che vanno dal celebre parco sopraelevato High Line di New York alla ristrutturazione del Lincoln Center for the Performing Arts, da The Shed con la sua struttura mobile e trasformabile al rinnovamento del Museum of Modern Art, fino al Broad di Los Angeles.Le visioni sullo spazio architettonico del futuro si incontrano a Bologna
Elisabeth Diller sarà protagonista della Lectio Magistrale della 42ª edizione di Cersaie, che si terrà il giorno 23 settembre alle ore 11. La ceramica, infatti, non è soltanto un materiale da costruzione ma diventa linguaggio e chiave interpretativa dell’abitare. È elemento compositivo che conferisce carattere agli ambienti, strumento flessibile che si presta a funzioni diverse, dal residenziale all’urbanistico, e al tempo stesso supporto di una visione culturale e formativa che riflette le trasformazioni della società. Cersaie è la fiera più rappresentativa per ceramica e arredobagno dove si incontrano operatori del settore, fra cui nomi illustri a livello mondiale, e grande pubblico, sui temi dell’architettura, del design e dell’urbanistica.

Fonte: Il Sole 24 Ore