
Lobbisti Huawei accusati di corruzione a parlamentari Ue: arresti e perquisizioni
«I benefici finanziari legati alla presunta corruzione potrebbero» essersi concretizzati con «flussi finanziari relativi alla copertura di spese per conferenze e versati a diversi intermediari, al fine di dissimularne la natura illecita o di consentire agli autori di sfuggire alle conseguenze delle loro azioni», spiega ancora la procura, precisando che «l’indagine mira anche a rilevare elementi di riciclaggio di denaro». Un comportamente criminale partito in sordina, questa l’accusa, già dal 2021.
Si tratta del secondo episodio di corruzione che investe il Parlamento europeo in meno di tre anni. Nel dicembre 2022, l’istituzione comunitaria è stata scossa da un’inchiesta che ha coinvolto esponenti del Qatar, accusati di aver versato tangenti a funzionari dell’UE con l’obiettivo di attenuare le critiche sulle condizioni dei lavoratori in vista dei Mondiali di calcio.
Regali e favori
Secondo le informazioni di Le Soir a differenza dello scandalo Qatargate, che riguardava valigie di denaro contante, la presunta corruzione in questa vicenda avrebbe assunto la forma di doni di oggetti di valore (tra cui smartphone Huawei), biglietti per partite di calcio (Huawei ha in particolare una tribuna privata al Lotto Park, la casa dell’RSC Anderlecht) o trasferimenti di alcune migliaia di euro. Secondo il codice di condotta dei deputati al Parlamento europeo, qualsiasi regalo fatto da terzi di valore superiore a 150 euro deve essere dichiarato e inserito pubblicamente nel registro dei regali.
Secondo Follow The Money, una piattaforma di giornalismo investigativo, uno dei principali sospettati nell’ultima indagine è Valerio Ottati, 41 anni, un lobbista italo-belga entrato in Huawei nel 2019 con il ruolo di direttore degli affari pubblici dell’ufficio Huawei presso l’Unione europea. Prima di diventare direttore degli affari pubblici di Huawei nell’UE, Ottati è stato assistente di due europarlamentari italiani, uno del Ppe e uno dell’S&D, per circa 10 anni.
Commissione Ue: no comment, ma Huawei alto rischio
«Non abbiamo assolutamente commenti da fare su questa indagine. Vorrei tuttavia ricordare che la sicurezza delle nostre reti 5G è ovviamente cruciale per la nostra economia. Ecco perché nella nostra comunicazione del 2023 la Commissione ha valutato che Huawei rappresenta rischi materialmente più elevati rispetto ad altri fornitori, ed è per questo che la Commissione ritiene che gli Stati membri potrebbero adottare decisioni che limitano o escludono Huawei dalle reti. Ciò sarebbe in linea con il nostro toolbox. Ora esortiamo tutti gli Stati membri, ovviamente, ad agire, perché una mancanza di azioni rapide esporrebbe l’Ue nel suo insieme a rischi chiave» ha affermato il portavoce della Commissione europea, Thomas Regnier, nel briefing di mezzogiorno.
Fonte: Il Sole 24 Ore