
L’obolo diventa digitale: in arrivo Pos in trenta chiese italiane
L’obolo diventa digitale ed entro l’anno lo si potrà versare in 30 chiese italiane. Entra nel vivo il progetto “Cento Totem in 100 chiese”, frutto della collaborazione tra Banco Bpm, Numia, attiva nei pagamenti digitali, e la Conferenza Episcopale Italiana. Il tutto è iniziato lo scorso novembre in una fase pilota avviata nella basilica di Sant’Ambrogio a Milano, nelle basiliche di Assisi e presso l’infopoint del Vaticano.
Pos in trenta chiese su tutto il territorio nazionale
Ora, messi a punto gli ultimi dettagli tecnici , il piano prosegue con l’installazione dei primi 30 “Pos” in altrettante chiese dislocate sull’intero territorio nazionale, «da Trento a Catania», spiegano gli organizzatori. «Come supporter del Giubileo 2025 – afferma il responsabile Enti e Terzo settore di Banco Bpm, Stefano Bolis – abbiamo fortemente voluto realizzare questo progetto che ci vede precursori nel portare l’innovazione dei pagamenti tramite Pos nelle chiese. L’obiettivo – spiega – è di facilitare le donazioni e sostenere le diocesi nelle loro attività sociali e solidaristiche a favore delle comunità e del territorio».
Sempre più pagamenti digitali
In questo modo la realtà delle donazioni a istituzioni religiose si adegua a una tendenza ormai consolidata nelle normali transazioni in denaro. Del resto, come ricorda il responsabile Marketing e Omnicanalità di Banco Bpm Luca Vanetti, «per la prima volta in Italia, nel 2024 i pagamenti digitali hanno superato quelli in contanti in termini di valore transato». Con i totem per le offerte digitali in chiesa Numia «conferma la propria missione e l’impegno a rendere i pagamenti digitali semplici e accessibili in ogni contesto», afferma l’amministratore delegato e direttore generale Fabio Pugini e «promuove al contempo una nuova cultura della donazione digitale». Inoltre il progetto parte proprio in un momento in cui «le chiese del paese saranno interessate da un flusso crescente di visitatori e fedeli su tutto il territorio nazionale», dove sono disseminate diverse “chiese giubilari”.
Secondo l’economo della Cei don Claudio Francesconi l’iniziativa consente di «dare continuità al percorso di ricerca e sperimentazione avviato da circa 2 anni, con l’obiettivo di individuare strumenti digitali di raccolta fondi adatti alle specificità delle realtà ecclesiali italiane». Un modo per assicurare che «trasparenza, tracciabilità e valorizzazione della generosità dei fedeli siano obiettivi condivisi, concreti e raggiungibili».
Fonte: Il Sole 24 Ore