L’omicidio stradale scatta anche per le «figure di garanzia»

L’omicidio stradale scatta anche per le «figure di garanzia»

La vicenda giudiziaria

In primo grado, alcuni dirigenti di Anas (ritenuti competenti per la strada statale) e Provincia (ente proprietario della strada soprastante) erano stati condannati. Il Tribunale – diversamente dal pm, che aveva contestato l’omicidio colposo – aveva riqualificato i fatti nel più grave omicidio stradale, ravvisando la violazione di specifiche prescrizioni del Codice della strada su gestione e manutenzione.

La Corte di appello aveva nuovamente qualificato i fatti in omicidio colposo e assolto i dirigenti Anas: non era configurabile una loro posizione di garanzia per il cavalcavia – di proprietà controversa e neanche censito tra le opere Anas – non potendosi far discendere la loro responsabilità personale dal fatto che la loro azienda era disinteressata delle criticità del ponte. Viceversa, erano stati condannati i dirigenti provinciali, per il rilascio dei permessi di transito a mezzi di oltre 44 tonnellate e la mancata chiusura della strada provinciale di cui erano i garanti del rischio.

La posizione di garanzia

La Cassazione ha confermato la loro condanna, ravvisando ancora l’omicidio stradale e precisando che si può ravvisare anche per chi ricopre ruoli di garanzia. I giudici hanno sottolineato che i dirigenti provinciali sapevano che «fin dal 2007 l’Anas aveva dato risposta negativa alla concessione dei permessi di circolazione fino all’esito di una campagna di prove finalizzata all’analisi dello stato di conservazione delle varie parti dell’opera, prove peraltro mai effettuate».

La posizione di garanzia del dirigente più alto in grado gli imponeva di vigilare sullo stato della strada, considerate le autorizzazioni rilasciate; quello gerarchicamente più basso, a conoscenza delle criticità, non aveva attivato i propri poteri di controllo e non si era opposto al rilascio dei permessi di transito.

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Fonte: Il Sole 24 Ore