Londra vuole riscrivere il protocollo nordirlandese. No di Bruxelles: avanti con la procedura di infrazione

LONDRA- Tutto da rifare: secondo Londra il protocollo irlandese deve essere rivisto, ripensato e riscritto. «Non possiamo andare avanti così»: lo ha dichiarato alla House of Lords a Westminster Lord Frost, ex negoziatore capo su Brexit, ora diventato ministro responsabile dei rapporti con l´Unione europea.

Bruxelles però non ci sta. La risposta negativa è arrivata a stretto giro, poche ore dopo. «Abbiamo preso nota delle dichiarazioni di Lord Frost», ma la Ue non intende rinegoziare un’intesa concordata e firmata da entrambe le parti, ha detto Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione. «È importante rispettare gli accordi legali internazionali», ha aggiunto. E anzi,alla fine del mese, se la violazione del protocollo sull’Irlanda del Nord persistesse, Bruxelles invierà un parere motivato (seconda fase della procedura di infrazione) al Regno Unito, ed una lettera di notifica alla Commissione mista, per lanciare le consultazioni per la risoluzione delle dispute per il mancato rispetto dell’Accordo di recesso. Lo ha infatti spiegato l’Esecutivo comunitario giovedì agli ambasciatori Ue, dopo la telefonata tra Ursula von der Leyen, ed il premier britannico Boris Johnson. Bruxelles aveva aperto la procedura di infrazione il 15 marzo.

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Botta e risposta

Il Governo britannico ha giustificato la sua richiesta di modificare in modo sostanziale il protocollo con il «clima politico febbrile» in Irlanda del Nord. Le procedure doganali, i controlli al confine e i ritardi negli scambi tra Gran Bretagna e Irlanda del Nord hanno causato grandi tensioni e violenze di piazza.

Secondo la Ue, si tratta della conseguenza ampiamente prevedibile di un accordo che il premier britannico Boris Johnson ha accettato e firmato pur di concludere Brexit. Il protocollo di fatto mantiene l’Irlanda del Nord nel mercato unico e nell’unione doganale Ue per evitare il ritorno di un confine interno con la Repubblica d’Irlanda. I controlli doganali sulle merci in arrivo dalla Gran Bretagna sono quindi inevitabili.

Secondo Londra invece le difficoltà pratiche causate dal protocollo sono dovute alla «intransigenza» della Ue. Nelle 28 pagine di documento Frost chiede una riapertura dei negoziati con Bruxelles, ma senza il coinvolgimento delle istituzioni Ue e della Corte europea di Giustizia, invise ai sostenitori di Brexit. Londra chiede inoltre un immediato congelamento della situazione, compresa la sospensione dell’azione legale avviata dalla Ue contro il Governo britannico per mancato rispetto dei patti.

Fonte: Il Sole 24 Ore