L’ospitalità discreta di Odera tra i profumi di timo selvatico e la cucina creativa di Tinos

L’ospitalità discreta di Odera tra i profumi di timo selvatico e la cucina creativa di Tinos

Tinos è la versione spirituale di Mykonos. Se quest’ultima è la gioia della carne, tra mare e party, la prima è la meta di pellegrinaggio più importante di tutta la Grecia. Così vicine (solo 25 minuti di traghetto), così lontane. E per fortuna, perché se ci sono ormai mille destinazioni per chi ama il divertimento senza limiti, sono sempre meno i posti dove trovare silenzio, poca folla, autenticità. Ecco Tinos soddisfa queste esigenze. L’isoletta delle Cicladi è costituita per il 90% di terrazze sottratte a un terreno impervio e pietroso, divise da infiniti muretti a secco, cosparsa di mulini a vento, colombaie in stile gotico veneziano e circa 1500 piccole cappelle private, che i proprietari lasciano aperte per i passanti che oltre a un altare per pregare trovano acqua, coca-cola e raki per ristorarsi. Misticismo e praticità sono nella sua indole da sempre.

Meta di un turismo locale

Fino a un paio di anni fa, Tinos era conosciuta soprattutto per la chiesa di Panagia Evangelistria, dedicata alla patrona dell’isola e protettrice della Grecia, che le donne più audaci raggiungono in ginocchio dal porto, non importa il meteo e l’età. È sempre stata la meta di un tranquillo turismo nazionale, a parte qualche forestiero curioso. E come a Mykonos, anche qui soffia il Meltemi, che gli abitanti considerano benevolmente la loro aria condizionata naturale. Però a Tinos tira tutt’altra aria, rispetto alla mondana vicina. Qui non ci sono i beach club chiassosi, i ristoranti dove fare la passerella, gli hotel sempre più ambiziosi. Nei borghi si respira ancora l’atmosfera della vecchia Grecia, fatta di cose semplici. E la cucina non è la solita delle isole greche. Nelle taverne preparano capra alla salsa di limone, carciofi e verdure che qui crescono più intensi grazie al mix di sole, sale e vento. Si raccoglie il timo selvatico per insaporire i piatti e nelle campagne si produce un delizioso formaggio blu, il Kariki, affinato in gusci di zucca essiccati. Nelle piazze, ogni occasione è buona per fare festa e ballare il sirtaki. Per gli chef stellati e i gastronomi greci non ci sono dubbi: Tinos è l’isola gourmet, per le sue ricette e per gli ingredienti.

Il primo cinque stelle sull’Isola

In questo scenario bucolico, nel 2024 ha aperto Odera, il primo cinque stelle dell’isola, con la promessa di portarla sulla scena del turismo più alto, ma di mantenerla così com’è. A cominciare dall’architettura, modernissima e mimetizzata nell’anfiteatro di una baia silenziosa e solitaria. Le suite sono spaziose, decorate con oggetti in marmo di Pyrgos. Hanno una bella veranda e molte anche una piscina rivolta verso il mare, dove sembra quasi di essere soli. La vita del resort invece si svolge nella piazza con un ulivo a due tronchi al centro e una piscina a sfioro unica, perché sembra un frammento di mare (qui la foto ci scappa sempre). Di fianco c’è il bar all’aperto e dall’altro lato una cappella greca imbiancata a calce. In cucina lo chef Stamatis Marmarinos prepara piatti tradizionali come l’agnello dell’Egeo, ma per un’insalata e uno spiedino, c’è il bistrò sulla spiaggia privata. La spa ha un approccio olistico: si fanno trattamenti ispirati ai cicli lunari e si prova il dry floating che toglie peso al corpo e rumore all’ambiente per un raccoglimento profondo in sé stessi, una vacanza nella vacanza. E la sera si guarda il cielo, pieno zeppo di stelle. A loro è dedicato il retreat Tinos by Starlight con Valerie Stimac, voce autorevole dell’astroturismo: dal 18 al 21 settembre, è previsto un programma tra scienza e relax di laboratori, cene sotto le stelle, passeggiate per imparare a osservare il cielo con le sue fasi e i suoi movimenti ancestrali che hanno guidato popoli e ispirato interpretazioni dell’universo per millenni. Insomma, per andare controcorrente, essere pionieri di un luogo prima che se ne accorgano tutti, Tinos è pronta ad accogliere gli ospiti con il suo misticismo, la sua autenticità. Un viaggio nel passato, prima che il futuro catapulti anche questo paradiso nei cliché delle vacanza esclusive, rubando l’anima ai posti più belli del mondo.

Fonte: Il Sole 24 Ore